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ALESSANDRO NIVOLA as Dickie Moltisanti in New Line Cinema and Home Box Office’s mob drama “THE MANY SAINTS OF NEWARK,” a Warner Bros. Pictures release.

I molti santi del New Jersey

Attendevo da molto tempo l'arrivo del film I molti santi del New Jersey. in originale The Many Saints of Newark. Non parlo molto di serie TV, ma sono una delle mie passioni. E tra le serie televisive una di quelle che ho amato di più è I Soprano, ideata da David Chase, andata in onda dal 1999 al 2007 su HBO negli USA e sui canali Mediaset e Sky nel nostro paese.

Della serie il film appena uscito nelle sale è un prequel, narrante vicende a cavallo tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70.

Se I Soprano è un capolavoro delle serie televisive, I molti santi del New Jersey è invece un film mal riuscito.

L'intento della storia era quello di mostrarci come Tony Soprano sia diventato quello che abbiamo conosciuto, attraverso la storia di Dickie Moltisanti (dal quale deriva il gioco di parole del titolo), zio preferito di Tony. 

Nella messa in scena si perde uno dei primi elementi che avevano reso I Soprano un capolavoro. La verità che aveva caratterizzato l'approccio alla materia Mafia della serie si perde, con personaggi che sono poco più che macchiette e con divagazioni su eventi storici posticciamente connesse con l'intreccio principale. Quello che viene fuori è un clone in formato ridotto di film come Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese. Ma Alan Taylor, un buon mestierante, regista di vari episodi della serie originale, di episodi de Il trono di Spade e al cinema di Thor: The Dark World, non ha neanche una frazione del geniale talento di Scorsese. Inutile anche solo entrare nel merito della regia.

Fastidiosa è la presenza di numerosi "momenti profezia", ovvero quelle frasi lapidarie messe in bocca a vari personaggi nelle quali si presagiscono i futuri tragici sviluppi. Sono tipici dei prequel posticci e non ben congegnati per essere una narrazione autonoma.

(L-r) MICHAEL GANDOLFINI as Teenage Tony Soprano and ALESSANDRO NIVOLA as Dickie Moltisanti in New Line Cinema and Home Box Office’s mob drama “THE MANY SAINTS OF NEWARK,” a Warner Bros. Pictures release. - © 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit Barry Wetcher

Il cast fa quello che può, i pur bravi Alessandro Nivola, nel ruolo principale di Dickie Moltisanti, Vera Farmiga in quello di Mamma Soprano, Jon Bernthal e Corey Stoll, rispettivamente nei ruoli di Johnny Soprano e Junior Soprano, reggono dignitosamente la parte. Fuori parte appare Michael Gandolfini, figlio di James Gandolfini (Tony Soprano nella serie), nel ruolo di Tony adolescente. Onore al merito per aver affrontato la fossa dei leoni accettando il confronto con il suo compianto padre, ma purtroppo, complice anche una scrittura frammentata e poco sviluppata, gira troppe volte a vuoto.

Fasulle come monete da 3 euro sono infine le caratterizzazioni degli iconici Silvio (John Magaro) e Paulie (Billy Magnussen).

Dal finale del film si desume che potrebbero essere vere le voci di una serie prequel incentrata sul giovane Tony Soprano, sempre smentite da HBO. 

Il risultato mediocre del film lascia intendere che forse sarebbe meglio lasciare perdere. Ma non credo che sia solo questo il motivo. 

Da un lato, in virtù del suo finale capolavoro, ben prima che morisse prematuramente Gandolfini,  I Soprano non consente seguiti.

Da un altro punto di vista la vera parte originale e interessante della storia di Tony Soprano inizia proprio con la sua crisi, con le sue domande enigmatiche e il confronto con se stesso che ha vissuto negli 86 episodi della serie. Prima era la storia di un gangster qualunque, e da questo punto di vista il già citato Quei Bravi Ragazzi ha raccontato già bene la storia di "gangster qualunque".

L'originalità della serie è stata quella di aver proposto un punto di vista totalmente diverso dal film di Scorsese o da Il padrino di Francis Ford Coppola. I molti santi del New Jersey invece chiude il cerchio riprendendo quei modelli, in forma di cattiva imitazione,  senza aggiungere nulla di importante alla storia di Tony Soprano.

 

I molti santi del New Jersey, sinossi ufficiale

I molti santi del New

I molti santi del New Jersey

"I Molti Santi del New Jersey" della New Line Cinema, è il tanto atteso prequel dell’innovativa e pluripremiata serie drammatica della HBO "I Soprano".
Il film è ambientato negli esplosivi anni '60, nell'epoca delle rivolte di Newark e degli scontri violenti tra la comunità afroamericana e quella italiana. E in particolare, è tra i gangster dei rispettivi gruppi, che la pericolosa rivalità diventa particolarmente letale.
"I Molti Santi del New Jersey" è interpretato da Alessandro Nivola ("Disobedience", "American Hustle – L’apparenza inganna"), il vincitore del premio Tony, Leslie Odom Jr. ("Hamilton" a Broadway, "Assassinio sull’ Orient Express"), Jon Bernthal ("Baby Driver – Il genio della fuga", "The Wolf of Wall Street"), Corey Stoll ("First Man – Il primo uomo", "Ant-Man"), Michael Gandolfini (la serie TV "The Deuce: La via del porno"), Billy Magnussen ("Game Night – Indovina chi muore stasera?", "La grande scommessa"), John Magaro ("L’ultima tempesta", "Not Fade Away"), Michela De Rossi ("La terra dell’abbastanza," la serie TV "I topi") con il vincitore dell'Emmy, Ray Liotta (la serie TV "Shades of Blue", "Quei bravi ragazzi") e la candidata all'Oscar Vera Farmiga ("Tra le nuvole", i film "The Conjuring").
Alan Taylor ("Thor: The Dark World"), che ha vinto un Emmy per la regia de "I Soprano", ha diretto il film da una sceneggiatura del creatore della serie David Chase, e Lawrence Konner, basata sui personaggi creati da Chase. La produzione è di Chase e Konner mentre Michael Disco, Richard Brener, Nicole Lambert e Marcus Viscidi sono i produttori esecutivi.
La squadra creativa di Taylor che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Kramer Morgenthau ("Creed II", "Thor: The Dark World"), lo scenografo Bob Shaw ("The Wolf of Wall Street", "I Soprano"), il montatore nominato all’Oscar Christopher Tellefsen ("L’arte di vincere", "A Quiet Place- Un posto tranquillo") e la costumista Amy Westcott ("The Wrestler", "Il cigno nero").
"I Molti Santi del New Jersey" è stato girato nel New Jersey e New York, e nel film sono presenti diversi personaggi famosi della serie originale che ha ispirato il film. Andata in onda per sei stagioni, la serie "I Soprano" - ampiamente considerata come una delle più grandi e influenti serie drammatiche televisive di tutti i tempi - è stata premiata con 21 Primetime Emmy Award, cinque Golden Globe e due Peabody Award, solo per citare alcuni riconoscimenti.
New Line Cinema presenta, in associazione con Home Box Office, una produzione Chase Films: "I Molti Santi del New Jersey". Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.

 

 

 

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, le tre legi

Le tre leggi di Douglas Adams applicate ai prodotti dell'immaginazione

Tempo fa ho ricordato le tre leggi fondamentali della percezione del progresso di Douglas Adams. Oggi ritengo che si possano formulare anche in questa versione applicata a film, fumetti, serie tv, giochi, videogiochi e in generale ai prodotti dell'immaginazione.
1. Tutto quello che è stato prodotto prima della tua nascita è dato per scontato ed entrerà gradualmente nel tuo immaginario nel corso della tua esistenza;
2. Tutto quello che viene prodotto tra la tua nascita e i tuoi trent’anni è incredibilmente eccitante e creativo e costituisce la base del tuo immaginario per il resto della vita;
3. Tutto quello che viene prodotto dopo i tuoi trent’anni è un’offesa all’ordine naturale delle cose, è l’inizio della fine della civiltà e solo dopo almeno dieci anni comincia a essere considerato accettabile. Eccezione per sequel, prequel e reboot dei prodotti realizzati nei primi trent'anni della tua vita che vanno odiati a prescindere prima ancora di averli visti.

Film: Ex Machina

Attendevo con curiosità questo Ex Machina, film di fantascienza la cui uscita, annunciata per la primavera, è poi slittata a fine luglio, immeritatamente tra gli scarti di fine stagione.

La storia ha un inizio semplice.  Il giovane programmatore Caleb (Domhnall Gleeson) viene selezionato per trascorrere una settimana insieme a Nathan (Oscar Isaac), suo capo, ideatore del più potente motore di ricerca su internet, Bluebook.

Quando arriva nella residenza, una casa ipertecnologica, protetta dalla lontananza dalle città e da sistemi di sicurezza al limite della paranoia, a Caleb viene rivelato da Nathan il vero scopo della sua convocazione: effettuare il test di Turing sul suo nuovo progetto, l'intelligenza artificiale AVA, al quale ha dato le fattezze di una bella ragazza (Alicia Vikander).

Il Test di Turing merita a questo punto una parentesi, necessaria a mio giudizio per comprendere il mcguffin del film.

Alan Turing (1912-1954) nel suo articolo ,  Computing Machinery and Intelligence (Macchine Calcolatrici e Intelligenza),  concepì quello che è passato alla storia come il "Test di Turing", da lui definito il “gioco dell’imitazione”.

Il gioco, per come lo descrisse Turing, prevede tre soggetti: un uomo (A), una donna (B) e un soggetto che interroga (C). Quest’ultimo viene chiuso in una stanza, diviso dagli altri due. Il suo scopo è comprendere chi sia l’uomo e chi sia la donna, ponendo delle domande ai due, le cui risposte gli perverranno in forma scritta. Una ulteriore complicazione è che, a insaputa di C, lo scopo di A è quello di ingannare C, mentre quello di B è di aiutarlo.

Il Test di Turing si basa sulla convinzione che una macchina si sostituisca ad A, e nel caso in cui C non si accorgesse di nulla, la macchina dovrebbe essere considerata intelligente, dato che sarebbe indistinguibile da un essere umano.

Secondo Turing da lì a una cinquantina d'anni sarebbe stato possibile concepire una macchina che, qualora interrogata desse risposte indistinguibili da quelle di un essere umano, ma ancora oggi nessun sistema artificiale ha superato il test di Turing per come è formulato, nonostante in alcune circostanze si sia gridato al suo superamento.

La parentesi è importante, perché il primo salto logico il film lo ha quando Nathan spiega a Caleb che sottoporrà Ava a un interrogatorio palese e non sarà invece chiuso in una qualche stanza. A tutti gli effetti il test al quale Caleb sottoporrà Ava sarà una sorta di dialogo tra i due, con la consapevolezza iniziale da parte del giovane di trovarsi davanti a una macchina.

Come giudicarne realmente la indistinguibilità allora? Il regista e sceneggiatore del film Alex Garland (28 giorni dopo, Sunshine, ma anche Dredd e in futuro Halo), si è posto la domanda e la risolve con una spiegazione che inizialmente non ho trovato convincente, e che mi è apparsa come una technobabble.

Nathan è così fiducioso  nella sua capacità di progettazione di Ava da volere in pratica alzare la posta. Ossia porre Caleb di fronte a una indagine non sulla capacità di Ava simulare ma di essere, e sulla sua coscienza di sé.

Ora la fantascienza, in soldoni, si basa sulla sospensione dell'incredulità, e molte volte un espediente narrativo serve a rafforzarla. L'ideatore di un mondo fantascientifico fornisce al lettore un supporto logico, basato per esempio sulla tecnologia. Giusto per citare un caso, il motore a curvatura è la tecnologia sulla quale si basa l'universo di Star Trek. Senza accettare implicitamente che quelle tecnologia può esistere in quell'universo narrativo, non c'è patto con il narratore, non c'è sospensione dell'incredulità e non c'è divertimento.

Nel caso di Ex Machina, la debolezza della spiegazione, del salto logico necessario a farci entrare nel mondo fantastico ideato da Garland, rischia di minare alla base la sospensione dell'incredulità.

La direzione che prende la storia successivamente fa pensare che questo senso di disturbo fosse voluto. Un inganno perseguito con consapevolezza da Garland.

Infatti, dopo la conoscenza iniziale tra Caleb e Ava, piano piano scopriremmo che è non tutto come sembra, e il film prenderà una piega da thriller psicologico, giostrato con la dinamica del campo/controcampo, con eleganti movimenti di macchina e illuminazioni. Cinema bello, ben girato, meritevole della visione sul grande schermo.

Quello che scopriremo è che il vero test non è tanto per Ava, quanto per Caleb, che subirà il fascino della macchina, costruita come una bella ragazza non per caso.

Ma la spiegazione sarà così semplice?


Ex Machina infatti non si basa inoltre solo sulle dinamiche tra Nathan, Caleb e Ava, ma altri personaggi scompagineranno il quadro generale. Chi è Kyoko (Sonoya Mizuno), la misteriosa amante, cameriera, geisha di Nathan?

Il risultato sarà di introdurre altri elementi spiazzanti che ci porteranno a un finale tutto sommato atteso, ma che allo stesso tempo sorprenderà più che altro per il come si svilupperà.

Ex Machina è un film di fantascienza sofisticato e complesso, da seguire con attenzione e rivedere forse con ancora maggiore attenzione, per accorgersi di come la storia giochi con lo spettatore, così come Ava, Nathan, Caleb e Kyoko giocano la loro partita, cercando di ingannarsi l'un l'altro.

Nel caso dello spettatore, l'inganno alla fine fa parte del godimento della storia, se non ci fosse non apprezzeremmo le doti il film, che vuole distinguersi dalla sci-fi, per collocarsi nella vera e buona fantascienza.

Ex Machina, USA, 2015 - regia di Alex Garland - scritto da Alex Garland - con Alicia Vikander, Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Sonoya Mizuno - durata: 108 minuti - distribuito da Universal Pictures

La matematica del cinema

Il video che vi mostro è molto interessante.

C'è matematica nel cinema?

Il cinema è narrazione per immagini. I fotogrammi devono assolvere a una funzione narrativa, ma è anche vero che la nostra percezione dipende da come queste immagini sono composte.

Le immagini di questo video sono tratte da Il Petroliere di Paul Thomas Anderson.

L'autore Ali Shirazi mostra come vengono applicate la regola dei tre terzi, ma anche la disposizione degli elementi secondo la proporziona aurea.

La matematica è dentro il nostro mondo, anche quello del cinema. Quanto sia consapevole, non lo so, veramente.

Dovrebbe essere è il primo di una serie di video sullo stile registico di Anderson. Sarebbe molto bello esplorare altri registi in tal senso

Featurette da Ant-Man con Evangeline Lilly

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