i love radio rock

i love radio rock

Un film di Richard Curtis. Con Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost, Kenneth Branagh.
Tom Sturridge, Chris ODowd, Rhys Darby, Katherine Parkinson, Talulah Riley, Ralph Brown, Sinead Matthews, Emma Thompson, Gemma Arterton, January Jones, Tom Wisdom, Jack Davenport

Titolo originale The Boat That Rocked. Commedia, durata 135 min. - Gran Bretagna, Germania 2009. -

È uscito da un po', e neanche so se è ancora in giro in Italia. Ricordo che il primo giorno di programmazione non sono riuscito a vederlo. Alle 22 erano già esauriti i biglietti. Il giorno dopo la sala era semivuota.
Misteri del passaparola. Non so. A dire la verità il film non ha poi incassato molto. A tutt'oggi 553 mila euro.
Un insuccesso immeritato a mio personale giudizio.
I Love radio rock narra la storia di Carl, un diciottenne espulso dalla scuola, che viene affidato dalla madre alle amorevoli cure di Quentin (uno strepitoso Bill Nighy), che dirige una "radio pirata", che trasmette da una barca in pieno Mare del Nord. La storia è ambientata negli anni 60, quando ancora le radio private erano illegali.
L'idea che si possa "raddrizzare" un giovane turbolento affidandolo a una ciurma di sregolati, dediti a sesso, droga e rock'n roll, quali sono i vari conduttori della programmazione della radio è una contraddizione in termini.
Il pantheon di personaggi è ricco, il deejay (ma non si chiamavano ancora così) di punta della radio, "Il conte" è interpretato da un brillante Philip Seymour Hoffmann, sicuramente bene in parte. Ho già detto bene di Bill Nighy, ma ottimo è anche l'interprete del giovane Carl, Tom Sturridge.
Non c'è solo la storia di formazione nel film, ossia l'educazione sentimentale e alle cose della vita di Carl, ma cè anche lo sfondo sociale. Le radio private sono illegali, ma tutto sommato tollerate. Finché il bigotto  ministro Dormandy non decide di intraprendere una personale crociata contro di esse, nel nome di una presunta moralizzazione dei costumi. Il suo "agente speciale", Twatt, cercherà ogni pretesto per mettere le radio fuorilegge, arrivando persino a spiare a bordo della nave.
Il ministro e l'attachè sono interpretati rispettivamente da un ottimo Kenneth Branagh e un esilarante, proprio perché bolso, Jack Davenport.
In realtà i due uomini hanno contro tutta la società inglese, anche se fingono di saperlo. Noi spettatori lo comprendiamo grazie all'efficace montaggio del film, che ci mostra, in un gioco di continui stacchi e rimandi, come ad ascoltare le radio non siano solo giovani "arrabbiati", ma anche personaggi del tutto normali come operai, massaie, lavoratori e lavoratrici di ogni sorta. Persino la segretaria del ministro, che sembra ascoltare per puro dovere professionale, per verbalizzare i presunti "reati", in realtà apprezza le trasmissioni.
E qui veniamo alla protagonista principale della vicenda, la straordinaria colonna sonora. Canzoni leggendarie della storia del Rock, vero emblema di una società che stava cambiando, e che ormai non poteva tornare più indietro, nonostante i goffi tentativi dei reazionari.
Tutto questo potrebbe fare ridere di questi tempi in cui sembra che tutto sia possibile. Tempi in cui è possibile scegliere che musica ascoltare. Ma in verità I love radio rock è un ammonimento, neanche troppo velato, a stare in guardia. Potrebbe sempre alzarsi qualcuno a decidere cosa si debba ascoltare, leggere o guardare, in nome della difesa di  un supremo interesse, che invece è solo volontà di sostituirsi al nostro libero arbitrio.
Il finale del film, dove le masse si muovono in soccorso dei conduttori radiofonici, è forse troppo carico di enfasi, ma dimostra che, inequivocabilmente, ognuno di noi deve fare la propria parte contro simili pericoli.