Armageddon Rag di George R.R. Martin è tornato in libreria, nella collana Oscar Fantastica.
Ora avete di nuovo l'occasione di leggere non solo uno dei migliori romanzi di Martin, ma un autentico capolavoro, pieno di alcune delle pagine più belle che abbia mai letto in vita mia. Invidio chi ancora non l'ha letto e sta per farlo. Vorrei tanto riprovare le sensazioni di quella scoperta.
La storia
Armageddon Rag racconta la storia di Sandy Blair, un uomo che non sa più chi è. Era un giornalista musicale del giornale anticonformista Hedgehog, tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70, ma dopo essere stato estromesso dal suo socio ha avviato una discreta carriera di scrittore.
Ma ora è fermo alla pagina 37 del suo prossimo libro. Da tanto, troppo tempo.
Stati Uniti d'America, primi anni '80. L'occasione per rimettersi in pista con una inchiesta giornalistica è data a Sandy proprio dall'odioso ex socio Jared Patterson che gli commissiona un servizio sulla morte violenta di Jamie Lynch, ex manager di un gruppo rock che definire di culto è riduttivo, i Nazgul. Comincia per Sandy un viaggio attraverso gli Stati Uniti d'America, alla ricerca dei componenti sopravvissuti della Band, che si era sciolta in seguito al tragico omicidio, durante il mega-concerto di West Mesa, del suo cantante e front-man Patrick Hobbins, detto Hobbit.
Il viaggio che Sandy intraprenderà non lo porterà solo sulle tracce di un assassino, ma anche a confrontarsi con altri personaggi del suo passato, a venire a patti l'inevitabile confronto tra le sue aspirazioni dell'epoca e il presente. A constatare la sconfitta di una generazione.
La prima parte di Armageddon Rag è fatta di un intreccio di incontri, di scambi di memorie, di rievocazioni unito all'indagine, alla raccolta degli elementi del mistero.
Ma l'indagine è doppia. Da un lato Blair cerca di comprendere se gli altri ex membri del gruppo sono coinvolti, se sono vittime o carnefici, da un altro l'indagine è interiore: la ricerca di se stesso, dei suoi sogni perduti, sia personali che di una intera generazione. Qual è il ruolo dell'impresario Edan Morse, accompagnato dalla bella e pericolosa Ananda, che sogna di riunire i Nazgul per una nuova tournee? Nel cercare questa e altre risposte Blair si ritroverà a cambiare tutto quelli che riteneva punti fermi della sua vita, per affrontare nuove incognite e trovarsi letteralmente faccia a faccia con fantasmi e demoni del suo presente e del suo passato.
La struttura
George R.R. Martin è uno scrittore vero, di razza. Noto al grande pubblico più per le opere fantasy successive (la saga Le Cronache del Ghiaccio e del fuoco, trasposta in TV nella serie Il trono di Spade), nel 1984 con questo era al suo quarto romanzo in assoluto, ma aveva già maturato molta esperienza nel mondo dei serial TV. Ottima è la struttura narrativa, nella quale si accompagnano una oculata gestione del dialogo, delle svolgersi della trama e dell'intreccio delle situazioni. I suoi personaggi, fossero anche quelli che dicono una sola battuta sono vivi e sembrano palesarsi davanti al lettore.
Quello che rende avvolgente il libro è la sua forza visiva. Con poche e ben dettagliate descrizioni Martin trascina il lettore dentro le pagine, come se fosse davanti al grande schermo di un cinema, sia quando evoca grandi paesaggi, enormi anfiteatri dove si svolgono concerti rock o piccoli e squallidi ambienti.
La musica poi, sembra uscire dalla pagine, come se il libro avesse un jack per auricolari o un paio di casse. Sembra quasi di udire il canto straziante di Ragin, una delle canzoni dei Nazgul, il movimento dei plettri sulle corde, le vibrazioni dei bassi, le armonie delle tastiere.
Martin e J.R.R. Tolkien in Armageddon Rag
Un altro tema che traspare con evidenza in Armageddon Rag è quanto fosse connaturata con la cultura hippy l'adorazione per il mondo di Tolkien. Dal nome del complesso ai soprannomi dei cantanti, alle continue citazioni di frasi di Il Signore degli Anelli che Blair cerca di usare come scudo di parole contro la violenza fascista uno dei personaggi meglio tratteggiati del romanzo, il terribile Byrne detto il Macellaio, padre di Slum, vecchio amico di Sandy ai tempi dell'Università. Quel capitolo e la sua terribile conclusione, sono uno dei momenti centrali del romanzo che prende di petto un altro tema ricorrente: le generazioni successive a quelle di chi ha lottato contro un sistema sono spesso ignave, quando non complici della restaurazione, magari andando in appoggio a chi, della generazione precedente, ha preferito rinnegare i propri ideali in nome del realismo, di una presunta presa di coscienza sopravvenuta con la maturità. E chi ha lottato e non vuole arrendersi, e magari spera che qualcuno raccolga il suo testimone, o lo aiuti a riprendere la lotta, è quasi sempre destinato a rimanere deluso.
Una lettura che lascia il segno.
Nota di lettura
Armageddon Rag ha una storia interessante alle spalle, ne parla l'amica Martina Frammartino su FantasyMagazine.
George R.R. Martin, Armageddon Rag (The Armegeddon Rag, 1983)
Traduzione di Teresa Albanese
Mondadori – Oscar Fantastica – Pagg. 396 – 14,00€ – Ebook 6,99€