Si anche io dico la mia sulla faccenda Vasco Rossi e Nonciclopedia.

La reazione di Rossi, o dei suoi avvocati, è più che stigmatizzabile, a prescindere dal fatto che il contenuto di quella pagina fosse o meno realmente offensivo.
Chi si espone, si mette in gioco su un palco o pubblica suoi scritti, va incontro a qualsiasi forma di giudizio. Sarebbe bello ricevere solo giudizi positivi, ma non può accadere. Ma a questo punto, se un soggetto ritiene che di aver ricevuto un insulto via rete, se prende armi e armature e va dagli dagli avvocati commesso lo stesso errore di mettere un cerotto intorno a un rubinetto che perde, una pezza inutile.

Ritengo che l'unico modo per neutralizzare attacchi, se veramente sono tali, non sia quello di chiedere la chiusura o invocare bavagli, ma di andare avanti per la propria strada, possibilmente facendosi una risata, per evitare che il loro effetto venga amplificato, secondo le dinamiche di un fenomeno che ha come nome "effetto streisand".

Intendiamoci, che la nonciclopedia diventi improvvisamente una paladina del libero pensiero è un paradosso che mi ha colpito molto.
Sapete che c'è una pagina della suddetta che insulta ferocemente Primo Levi?
Un caso più che odioso, ma francamente temo che non regalare accessi sia l'unico modo per neutralizzare certe pagine.
Il fenomeno c'è. Facendo finta che sia accessibile,  se nel momento in cui ve la segnalo la cercate leggerla per poterla criticare certo, ma il risultato è che il contatore di quella
pagina cresce, e il tizio che l'ha fatta gongola.
Si può controllare il fenomeno? No.
Non potrei neanche se volessi. Ma di sicuro evito di andare ad alimentare il loro traffico di rete. Può essere pericoloso, visto come ragiona Google.
Però ho fatto una prova.
Ho scritto Primo Levi su Google. Fino alla decima posizione non ho trovato, se ho visto bene, la pagina nonciclopediana.
Segnalarla, chiederne ad alta voce la censura farebbe correre il rischio di farla salire in classifica. Questo mi preoccupa di più della sua esistenza, che è incontrollabile alla fine. La mamma del cretino è sempre incinta, e la rete è una nursery fantastica.
Io esco dal loop logico decidendo che mi tengo il ciarpame in rete, a patto di ignorarlo, perché il rischio di buttare il bimbo insieme all'acqua sporca è per me peggiore di tutto il resto.