L'editore come imprenditore
L'editore, oltre che essere un operatore culturale, è anche un imprenditore. Quindi è legittimo parlare di una casa editrice come di un'azienda. Il codice civile definisce i due concetti di imprenditore e azienda.
In primis, per l'art.2082 del codice civile, "è imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi".
Gli elementi della nozione di imprenditore, che risultano dalla definizione legislativa sopra riportata, sono:
- il carattere economico dell'attività;
- la professionalità;
- la presenza di un organizzazione;
- il raggiungimento di finalità collegate alla produzione o allo scambio di beni o servizi.
Secondo l'art. 2555 del codice civile, "l'azienda è il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa".
Quali sono i doveri di un imprenditore nei confronti della propria azienda e di chi lavora con lui?
Sono tanti e disciplinati dalle varie fonti del Diritto. Ma una cosa che emerge con chiarezza è che l'imprenditore insolvente, ossia che non riesca a pagare i suoi conti, è soggetto a un altro articolo del Codice Civile, il numero 2221: "gli imprenditori che esercitano un'attività commerciale esclusi gli enti pubblici e i piccoli imprenditori, sono soggetti, in caso di insolvenza alle procedure del fallimento e del concordato preventivo, salvo le disposizioni delle leggi speciali. Esiste poi una legge, detta per l'appunto fallimentare che al suo primo articolo recita: "l'imprenditore che si trova nello stato di insolvenza è dichiarato fallito".
Per evitare il fallimento l'imprenditore deve varare con continuità professionale progetti remunerativi, che non solo coprano i costi, ma producano anche quegli utili che possono essere sia il giusto compenso per il rischio d'impresa, sia reinvestiti in nuovi progetti.
Ora il caso librario pone la casa editrice nella categoria delle aziende produttrici di beni commerciabili. Ossia che devono essere venduti a una specifica utenza.
Il marketing editoriale e il prezzo
Alla gestione d'impresa si è affiancato il marketing, una disciplina che si occupa in sintesi dello studio del mercato, e di come attuare le strategie per piazzare i prodotti. Non c'è spazio ne è questo il contesto per ampliare la trattazione della materia, ma quello che mi preme in questo discorso è enunciare un concetto molto importante in questa disciplina ossia quello delle “leve del marketing”, detta anche le 4 P:
- Price (prezzo);
- Product (prodotto);
- Place (Distribuzione);
- Promotion (Comunicazione).
La metafora della “leva” indica che l'imprenditore agisce su una o più, o tutte queste componenti al fine di piazzare il suo prodotto.
In sintesi potrebbe decidere di tenere basso il prezzo lasciando il prodotto inalterato, oppure puntare sul prodotto, riducendone o migliorandone la qualità, oppure industriarsi per comprendere quali sono i migliori canali distributivi lasciando inalterati gli altri fattori, oppure ancora quale sia la migliore pubblicità o comunicazione verso il cliente. Una strategia di marketing miscela comunque tutte queste componenti, dando a ciascuna l'importanza che viene ritenuta opportuna.
Il prezzo è il corrispettivo in denaro che il cliente, o il lettore nel nostro caso, è disposto a pagare in cambio del bene richiesto, ossia il libro. Il prezzo potrebbe essere mantenuto indifferentemente basso per tutta la produzione, per entrare in un mercato e caratterizzarsi fortemente, scremando i lettori interessati (skimming pricing o penetration pricing), pensiamo alla Newton Compton che è sinonimo di edizioni economiche, oppure alto sia per puntare a una nicchia di qualità (editori di libri d'arte per esempio) che per coprire gli altri costi, oppure, diversificato a seconda del prodotto venduto, ossia non tutti i libri di una stessa casa editrice potrebbero essere venduti allo stesso prezzo (segment pricing).
Ovviamente il prodotto è il bene venduto, nel nostro caso il libro. La distribuzione è l'insieme dei luoghi della attività che portano il libro nelle mani del lettore (librerie, distributori, rappresentanti, etc. etc). La comunicazione consiste nelle attività che promuovono e pubblicizzano il libro.
A volte una leva trascina l'altra. L'imprenditore può agire in modo indipendente su tutte ma può anche succedere che l'agire su una leva necessariamente comporti l'agire su un'altra. Nel citato esempio degli editori d'arte, in quel caso il prezzo a volte è alto perché carta e inchiostro di qualità costano di più. Se pensiamo alla narrativa, per esempio i classici, libri fuori diritti pubblicati da più editori, possiamo vedere come alcune edizioni, con una traduzione e una carta migliore, siano più costose di altre. Un esempio è dato dalla collana dei Meridiani Mondadori. Si tratta di una collana di prestigio, e in questo caso il prezzo è legato proprio a quest’immagine. Vita di un uomo di Giuseppe Ungaretti nei Meridiani costa 60,00 €, negli Oscar grandi classici, con copertina rigida, 17,00, negli Oscar classici moderni, con copertina morbida, solo 9,50 €. Il libro e l’editore sono sempre gli stessi, cambia il mercato di riferimento. Anche i tre volumi della Divina Commedia di Dante costano nei Meridiani 55,00 € l’uno, negli Oscar classici 12,00 € l’uno.
Ci sono anche casi in cui l'imprenditore, in generale, punta sul prezzo come valore aggiunto. Per esempio, scarpe prodotte in Cina a basso costo ma marchiate da griffe famose. In quel caso non si vende il prodotto, ma lo stile di vita che rappresenta.
In Marketing l'agire sulla leva prezzo senza agire sugli altri fronti è considerato legittimo, dopodiché, saranno i potenziali clienti a fare le loro valutazioni.
Delle altre P, e delle correlazioni tra loro non tratteremo adesso, concentrandoci sul prezzo, anche se riteniamo sarebbero meritevoli di un altro approfondimento. Concentriamoci ora sulla determinazione del prezzo.
Il preventivo e il conto economico di un libro
Una strategia dell'editore potrebbe essere quella di imporre a tutti i libri di una collana lo stesso prezzo, a prescindere dai costi produttivi, che possono essere molto diversi. Si pensi alle collane da edicola.
Un'altra può consistere invece nello stabilire un prezzo minimo che consenta, alla luce dei risultati di vendita previsti, la copertura dei costi. In ogni caso va stilato un preventivo dei costi, al fine di stabilire il margine di redditività, sia un vero e proprio conto economico del “progetto”.
Quanto può vendere un libro è un segreto che nessuno sa, è inutile nasconderselo.
Ogni editore si basa sul suo intuito o su elementi che ritiene più o meno oggettivi. È molto più difficile, per esempio, valutare le potenzialità di un esordiente, mentre i risultati di un autore già pubblicato, di cui magari l'editore ha in catalogo altri titoli potrebbe essere una forte indicazione.
Se come accade per le saghe fantasy, il libro è parte di una saga, la valutazione dei risultati di vendita dei precedenti volumi è un dato imprescindibile.
I fattori sono tanti e non tutti basati su dati certi. Un editore può “innamorarsi” di un testo ed essere convinto che altri se ne innamoreranno a loro volta.
Alla fine dovrà calcolare un preventivo che tenga conto di costi e ricavi.
I costi possono essere fissi o variabili.
I costi fissi sono quelli che non dipendono dalla tiratura, validi sia che il volume sia stampato in migliaia di copie che centinaia oppure che sia pubblicato in eBook: curatela redazionale, editing, revisione, correzione bozze, impaginazione, eventuale traduzione, copertina, progetto grafico. Sono costi fissi, ridotti di molto in questi anni a causa della stampa digitale, le lastre tipografiche e gli avviamenti delle macchine da stampa. Ovviamente più alta è la tiratura minore è l'incidenza di tali costi sulla singola copia.
I costi variabili dipendono invece dalla tiratura. Se pensate in primis a carta, stampa e rilegatura non sbagliate, ma il diritto d'autore potrebbe variare a seconda del venduto o della tiratura. Inoltre tutte le spese legate al sistema distributivo, alla promozione e persino agli sconti praticati ai librai (che per l'editore sono un costo!) stimabili ancora oggi al 60% del prezzo di copertina.
Un libro lungo ha maggiori costi di produzione perché il traduttore deve tradurre un maggior numero di cartelle e quindi viene pagato di più, inoltre serve più carta per stamparlo e anche la confezione, l’immagazzinamento e il trasporto dei colli sono più dispendiosi proprio per via del maggiore ingombro. Una spedizione di 200 libri della Sellerio, di piccolo formato e relativa bassa foliazione impiegherà molti meno “colli” (scatole) di altrettante copie di un volume da 700 pagine, come spesso sono i ponderosi tomi fantasy.
Sono fissi, ma considerati strutturali i costi generali che ha l'editore (affitti, bollette, stipendi dei dipendenti, costi generali e di magazzino, etc) che vengono ripartiti sui singoli titoli in base alla produzione annuale della casa editrice. Una piccola fetta di questi costi inciderà sul prezzo finale, magari attribuita alla collana, che sarà il vero e proprio centro di costo.
Per esempio se un editore prevede di spendere 2000€ di energia elettrica in un anno, e prevede di stampare 10 titoli in un anno, con una tiratura minima di 1000 copie, caricherà 2 centesimi di € sul prezzo di ciascun libro.
Un altro fattore che può incidere sulla stima della tiratura solo dopo aver visto le prenotazioni, ma anche in questo caso dovrà correre dei rischi. Una tiratura più elevata nel breve causa maggiori costi di magazzino. Una tiratura appena sufficiente potrebbe non essere adeguata alle richieste di riassortimento in caso il libro avesse un successo maggiore del previsto.
C'è poi da considerare che purtroppo nella maggior parte dei casi le rese ci saranno. Nella maggior parte dei casi a un certo numero di copie ordinate non corrisponde un egual numero di copie vendute. Questo perché le librerie hanno il diritto di rendere le copie invendute entro un certo lasso di tempo. Pertanto ogni copia stampata e mandata in libreria è sia una opportunità che un rischio.
Una volta stimata una possibile tiratura e ipotizzando un prezzo orientativo, un editore che voglia remunerare i suoi autori (o un qualsiasi soggetto, pensiamo a iniziative benefiche) deve concordare con loro la percentuale sul prezzo e/o l’eventuale anticipo.
Se pattuisce con l'autore un anticipo di 5.000 euro, con royalties del 5% su un prezzo di copertina stimato in 18,00€ dovrà vendere 5555 copie per remunerare l'anticipo. Se l'anticipo sale a 10.000 € dovrà vendere 11111 copie.
Ma se l'aspettativa di vendita minima è di 1000 copie? O l'editore concorderà un anticipo inferiore, o dovrà aumentare il prezzo di copertina. Proviamo quindi a invertire il ragionamento. A quale prezzo, tenuta fissa la percentuale del 5% sul prezzo, bisognerà vendere un volume per poter recuperare 5000€?
Pertanto se
A = N * ((x*5)/100) dove A = anticipo, N = Numero Copie
Segue che
5000 = 1000 * ((x *5) /100) => 5000 = x * 50 => ossia x = 5000/50 => x = 100 €
Un po' troppo non trovate?
Se l'autore mitigasse la sua richiesta a 2500 €, il prezzo rimarrebbe ancora di 50€. Con 1500 €, che è un anticipo non eccessivo, ma ancora ragionevole per uno scrittore di nicchia, arriveremmo a 30 €. Per arrivare a un prezzo di 15 € l'anticipo dovrebbe essere di 750 €.
Il caso di zero anticipo, che è poi quello più ricorrente con gli esordienti, è quello sicuramente meno problematico per l'editore. In quel caso può persino promettere percentuali maggiori, anche perché le aspettative di vendita sono del tutto incognite e la determinazione del prezzo dipende solo da tutti gli altri fattori.
Non esistono solo percentuali uniche. Ci sono contratti più articolati, che prevedono l'elevarsi della percentuale all'aumentare del numero di copie vendute.
L'esempio riportato in I Mestieri del Libro, di Oliviero Ponte di Pino, volume da cui ho ricavato anche altre informazioni riportate in questo articolo, è di un anticipo di 10.000€ con un diritto d'autore del 5% fino a 5000 copie, 9% fino a 10.000 copie, 11% oltre. In questo caso con un prezzo di 18,00 euro a copia, per recuperare l’anticipo sarà necessario vendere 7531 copie (vedi Tabella 1).
Un altro fattore del quale tenere conto sono le effettive prenotazioni delle rete di vendita, che possono essere inferiori o superiori rispetto alle previsioni iniziali. In tal caso nel momento in cui si valuteranno costi e possibili ricavi bisognerà apportare i necessari o possibili aggiustamenti alle variabili prima enunciate. Con una diversa tiratura, cambieranno alcuni parametri di costi variabili, ma potrebbero cambiare anche gli scaglioni delle royalties e persino le percentuali del diritto d'autore. Potrebbe cambiare anche il prezzo di copertina.
Tornando al concetto di leva del marketing all'aumentare della qualità del prodotto, aumentando di conseguenza costi fissi e variabili, la leva prezzo va verso l'alto quasi in automatico, a meno che non si decida, e questo è anche possibile, tenersi sottocosto per entrare in un mercato chiuso.
Sempre dalla stessa fonte riporto un esempio, semplificato, di preventivo, per un libro che prevede un utile per la casa editrice leggermente maggiore della media. Nella tabella è evidenziato in neretto l’aspetto chiave di ogni riga: per i costi fissi il totale (da distribuire sulla tiratura), per i costi variabili il costo unitario a copia, per gli altri elementi la percentuale sul prezzo di copertina.
Ho provato poi a ipotizzare, sulla base di dati confidenziali, quanto avrebbe dovuto vendere un volume posto in vendita a 18,00 €, del quale so per certo che l'autore ha riscosso un anticipo di 4000€, con la percentuale del 5%, per coprire almeno questo costo certo.
In questo caso è ancora più facile perché visto che la percentuale sul prezzo è 0,9 €, ne risulta che 4000/0,9 = 4444. Quindi, poiché la stessa fonte confidenziale mi ha riferito che il volume è stato considerato un discreto successo da parte del suo editore, posso concludere che abbia venduto molto più della media dei titoli italiani (di qualsiasi genere), forse 7000 o 8000 copie. Ma non sempre questo accade. Anzi sono eccezioni che confermano la regola.
E con gli eBook?
Molti dei ragionamenti fatti sulla stima del prezzo di copertina dell'edizione cartacea si possono applicare anche in caso di edizione elettronica.
Sulla produzione di un eBook gravano gli stessi costi fissi di un libro cartaceo: l'acquisto dei diritti sul testo nel caso di opera straniera e sull'immagine di copertina (quando non il pagamento di un grafico professionista per una cover ex-novo). Se è straniero il libro va tradotto e la traduzione va rivista ed editata. Se è italiano c'è comunque l'editing.
Non ultimi i costi di impaginazione. PDF, ePub o Mobi che sia, il libro elettronico è un progetto grafico, un file che va impaginato, non un banale file di testo come sono convinti in molti.
Anche in questo caso, visto che vige il libero mercato, ogni editore è libero di stabilire i prezzi che vuole o che ritiene remunerativi per i suoi obiettivi di cassa; saranno i lettori a valutare il rapporto prezzo/qualità.
Talvolta il prezzo dell'ebook è imposto per contratto da alcuni agenti che sono ancora convinti che l'evoluzione tecnologica sia un brutto incubo dal quale usciremo presto, tornando al mondo della carta, dei calcoli per stimare le tirature etc. etc. e pertanto per la paura di perdere percentuali impongono un prezzo che ponga la versione elettronica fuori mercato rispetto al cartaceo.
Ne parla apertamente l'editore Silvio Sosio in una intervista, affermando “su quasi tutti i contratti dei romanzi che pubblichiamo nella collana Odissea Paranomal viene imposto dal proprietario dei diritti un prezzo non inferiore al 50% del prezzo del libro stampato.”
Certamente molti dei ragionamenti sulla tiratura con l'eBook vengono meno. Non è necessario stampare un certo numero di copie, a ogni download viene creata una nuova copia.
Però è anche vero che il prezzo di vendita può essere determinato dalle aspettative di vendita in un dato periodo.
Se è vero che l'eBook è virtualmente in catalogo "per sempre", è anche vero che è legittimo e doveroso calcolare con quanto copie vendute i costi di produzione vengano coperti.
In questo, opinione in questo caso del tutto personale, ritengo che gli editori per ora vadano un po' a braccio, considerando l'eBook come un prodotto accessorio del cartaceo in alcuni casi e, in molti altri, effettuando delle stime "a spanne" in mancanza di una esperienza consolidata sul campo. In questo momento il prezzo di un ebook è più legato da un lato alle istanze dei detentori dei diritti, dall'altro, per i molti editori che stanno cominciando a pubblicare solo in elettronico, all'esigenza di tenere il prezzo di copertina più basso possibile per appetire i potenziali lettori.
Se ci sia una via di mezzo tra le due strade è ancora presto per dirlo. La gestione d'impresa in modo casuale nel lungo periodo non è mai efficiente.
Conclusioni
Abbiamo visto come ci siano dei fattori oggettivi che concorrono alla determinazione del prezzo di un libro. Ogni editore ovviamente deciderà per conto suo quali siano i fattori da remunerare prima, quali siano le priorità, ma in ogni caso dovrà affrontare la prova decisiva, ossia il confronto che il lettore fa tra le sue possibilità economiche e la qualità percepita del prodotto.
Questo appunto è marketing, gestione d'impresa ma anche buon senso.
Difficile pensare che un imprenditore che voglia continuare a fare il suo mestiere possa decidere deliberatamente di porsi fuori dal mercato con prezzi sproporzionati alla qualità del prodotto.
D'altra parte accade spesso, specialmente nelle nicchie editoriali, che si preferisca vendere a un prezzo relativamente alto a un pubblico fidelizzato un prodotto che, se fosse di più larga diffusione, avrebbe un prezzo più basso. Il mercato è sicuramente vario. Sta ai lettori comprendere i vari casi. Spero che questo contributo abbia dato qualche informazione in più.
Questo articolo è la parte da me firmata di un precedente contributo pubblicato su http://www.fantasymagazine.it/
La foto in evidenza è tratta dal blog http://librolandia.wordpress.com/