Le storie che possono capitarti aspettando l'autobus sono quasi sempre abbastanza comuni.

Ogni tanto capita di soccorrere qualcuno che sta male, o di sentire di qualcuno che è stato derubato, o di essere tu stesso derubato.

Cose che capitano. Si dice.
Stamattina invece mi è capitata una scena che mi ha sorpreso, e non poco.
Mentre aspettavo uno dei due autobus che mi portava al lavoro, si è avvicinata una ragazza che sembrava avere origini indiane o di quelle parti dell'Asia, relativamente limitrofe. Onestamente non so distinguere un indiano da un pakistano o da uno shrilankese da un solo sguardo.

La ragazza mi ha chiesto se avessi visto un cellulare lì alla fermata, dove erano presenti anche due studenti e una "sciura" abbastanza ben vestita.
Non vedendo il cellulare da nessuna parte, e visto che la ragazza mi ha espresso la sua preoccupazione perché nella scheda del telefono c'erano i contatti delle signore da cui lavorava a servizio, ho preso l'iniziativa di chiederle il numero per fare squillare il telefono.

Immediatamente la suoneria ha squillato. La provenienza non si è però chiarita finché la "sciura" non ha detto "devi averlo tu nella borsa, guarda meglio", ed è schizzata su un autobus che, per sua fortuna, è passato in quell'istante.
Appena è salita sul bus lo squillo si è perso in lontananza, lasciando stupefatti me, la ragazza e i due studenti.

Che dire. Non so quanto valesse il telefono, ma da quanto mi ha raccontato la ragazza, la cosa più preziosa erano i contatti di lavoro.
Non ho molte parole a questo punto. Mi affido a chi ha saputo esprimere meglio di me un simile sconcerto.