Un volume da non perdere questo mese per Urania Collezione.
La tigre della notte, di Alfred Bester, è un capolavoro assoluto. Se dovete o potete leggere un solo libro questo mese, quest'anno o questo decennio, se leggerete questo non ve ne pentirete. Fidatevi.
Per ora vi segnalo solo l'uscita, ma mi riservo di spiegarvi meglio perché il romanzo è un capolavoro in una prossima recensione. L'ho letto troppi anni fa e devo prima rinfrescare il ricordo di una delle più belle esperienze di lettore della mia vita.
La quarta di copertina
“Era un’età dell’oro, un’epoca di sublimi avventure, di vite ricche e morti rognose… ma nessuno lo pensava. Era un futuro di grandi fortune e ruberie, di saccheggi e rapine, di cultura e vizio… Ma nessuno lo ammetteva. Era un’epoca di estremi, un affascinante secolo di mostruosità”, e in quel tempo Gully Foyle stava morendo. Per l’esattezza, moriva da centosettanta giorni a bordo di un relitto lasciato a marcire nello spazio. Ma se avesse trovato la forza di uscirne, se si fosse potuto salvare da quella trappola, avrebbe inseguito il suo nemico ovunque si nascondesse nel Sistema Solare… Così comincia la metamorfosi di Gully Foyle – un manovale qualunque – in una sorta di semidio dell’odio, per uno dei massimi capolavori della sf moderna.
L'autore
ALFRED BESTER (1913-1987) è autore di famosi racconti (“Furiosamente Fahrenheit”, “Stella della sera”, “Il signor Pi”) e di pochi ma eccellenti romanzi, tra i quali i capolavori assoluti L’uomo disintegrato (1953) e La tigre della notte, noto anche come Destinazione stelle (1956). Tra gli altri titoli, Connessione computer (1975), I simulanti (1981) e Psiconegozio, uscito postumo nel 1998 e tradotto in italiano nel 2000. Mondadori ha raccolto in due volumi dei “Massimi della fantascienza” tutta la produzione dei racconti.