Wish you were hereHo letto la notizia praticamente ovunque. Non vi dirò quindi nulla di nuovo.
La morte di Richard Wright mi colpisce perchè scava nella memoria condivisa della mia generazione, ma anche di quella dei miei padri e delle successive. Ho scoperto i Pink Floyd che ero praticamente bambino, grazie a mio padre. Ricordo persino il pezzo, lintroduzione di "Shine On You Crazy Diamond", nel disco, allora in vinile, "Wish You Were Here". Era un vinile strano sin dalla copertina. Mio padre, maniaco, ne aveva ben due copie. Una sigillata nella sua plastica nera, e una da ascolto. Ma non che fosse meno strana senza la plastica, con quelluomo in fiamme che saluta, forse a simboleggiare lamico Syd Barrett, bruciatosi anzitempo. E che dire del retro di copertina, con una immagine surrealista che cita Magritte?
Ma allepoca le suggestioni di quelle immagini erano più spontanee, meno mediate dalla conoscenza, o presunta tale, del linguaggio della comunicazione.
E poi di un disco la cosa più importante è la musica. E proprio in quel pezzo Wright ha dato un contributo fondamentale.
Allepoca non potevo capirlo. Non ero in grado di distinguere uno strumento dallaltro.
Ma la forza della musica, della bella musica, è la capacità di raggiungerti senza particolari strumenti critici, di colpire alle emozioni più profonde.wish-you-here-31
Così è stato per quel disco, i quei solchi scavati sono ormai illeggibili, ma sopravvive non solo nella mia memoria, ma anche tra i miei cd ed mp3, in compagnia dellaltra produzione dei Pink Floyd.
So solo che se amo i Pink Floyd è un po merito di Wright, visto che ebbe grande spazio in questo disco.
Che ne sapevo io di Mellotron, sintetizzatore ARP e Moog, organo Hammond, piano elettrico e pianoforte?
Nulla. Non potevo immaginare quanta versatilità dovesse avere il sig. Wright per utilizzare questi strumenti nel disco.
Ciao Richard. E grazie di tutto.