(Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull)
Un film di Steven Spielberg.
Con Harrison Ford, Karen Allen, Cate Blanchett, Shia LaBeouf, John Hurt, Ray Winstone, Jim Broadbent.
Genere Avventura.
colore 125 minuti.
Produzione USA 2008.
Distribuzione Universal Pictures

Indiana Jones, anzi Henry Jones Jr. è tornato. Siamo nel 1957 e, come sempre, la storia comincia nel pieno dell'azione. La trama è fitta di avvenimenti e colpi di scena, sin dall'inizio, per cui non racconto oltre. Sappiate solo che tutto quello che i fan dellavventuriero archeologo amano è presente nel film. O amate il personaggio oppure cambiate film. Non ci sono compromessi.
La sospensione dell'incredulità è messa a dura prova altrimenti. Solo così possiamo accettare linossidabilità del prof. Jones, arrivato quasi alletà pensionabile. Ma Jones è ormai un archetipo. Nato come citazione degli archetipi, è diventato a sua volta icona e archetipo. Lucas e Spielberg hanno creato un carattere che è un modo di dire ormai. "Fare le cose all'Indiana Jones" è una frase fatta ormai. E in questi diciannove anni trascorsi dall'ultimo film ha generato decine di epigoni, anche di buona qualità talvolta. Quello che mi chiedo se questa volta il prof Jones sia epigono di sè stesso. Citazione della citazione, questo film comunque diverte. La sceneggiatura funziona, pur con almeno un piccolo buco logico, forse troppo frettolosamente sorvolato. Questa volta i cattivi non sono i nazisti, ma i russi della guerra fredda. Ma non vi preoccupate, sono idioti e convinti tanto quanto i nazisti. Poverini. Ma gli sgherri dei film non hanno un sindacato che li protegge dalleroe? Non lo sanno che contro Indiana Jones, come contro James Bond, non ce la si fa? Nel cast troviamo anche una vecchia conoscenza, l'ancora deliziosa Karen Allen,  nel ruolo di Marion, la vecchia fiamma che, dopo aver ricomposto i pezzi del suo cuore jonesdopo l'abbandono da parte dell'eroe, si è ricostruita una vita, e ha avuto un figlio, Mutt, interpretato dall'astro emergente Shia LaBeouf. Un po macchiettistico il personaggio della bella cattiva di turno, Irina Spalko, interpretata da una giocherellona Cate Blanchett.
Anche lei condannata senza speranze a dire la fatidica frase "Addio Dottor Jones", suscitando lilarità, e anche forse un po di pietà, del pubblico. Ma è cattiva e convinta. Deve essere così. Fa parte del gioco. Ma non è lunico conflitto che il dr. Jones dovrà affrontare. Pur se affrontato con leggerezza, cè il tema della caccia alle streghe anti comunisti. Lo stesso Jones pare finire nel mirino della CIA.
Ma la cosa non è sviluppata quanto dovrebbe. Alla fine l'intreccio è da adventure game. Ciò che conta è il mistero fanta-archeologico. Nel gioco delle citazioni ritroviamo anche il deposito dove 'lamministrazione USA ha seppellito l'arca dell'alleanza, quasi a volere chiudere il cerchio. La storia ha qualche momento di stanca nella parte centrale, ma poi il film si segue in apnea per almeno tutti gli ultimi 45 minuti. Il ritmo diventa forsennato, l'incalzante tema di John Williams torna più volte a suggellare i momenti più divertenti. Attenzione parlo di divertimento, non di emozione. Non so. Alla fine 'lemozione è relegata ai primi minuti del film, con l'efficace entrata in scena di Indy, poi tutto diventa divertimento misurato, da gustarsi con un sorriso compiaciuto. Strano spettatore quello del prodotto seriale. Non chiede grandi novità, ma che ogni episodio sia uguale a se stesso, pur proponendo nuovi intrecci. In una logica seriale il film è perfetto. Una cosa è certa. Se con James Bond è stato possibile pensare di cambiare lattore, in questo caso la sola idea di fare indossare lo Stetson a chiunque altro suona stonata. Nel finale capirete perchè.
Ed è un peccato. Gli accenni agli anni della seconda guerra mondiale, dove sicuramente Jones si sarà reso protagonista di brillanti avventure, stimolano la curiosità del fan. Ma non sono raccontabili al cinema con realismo utilizzando Harrison Ford. Magari potrebbero essere essere materiale utile per adventure games, libri o fumetti. Pare che però il successo del film abbia stimolato Lucas e Spielberg alla produzione di un altro episodio. Pare che Harrison Ford abbia auspicato che non passino altri diciannove anni.