Chi mi conosce sa che premio sempre il coraggio di chi si espone. Uno scrittore/scrittrice esordiente o quasi, merita in ogni caso il mio rispetto. L'abnegazione necessaria per sottrarre del tempo al proprio risicato tempo libero, non ha prezzo. Questo a prescindere dai risultati. In questo caso non farò eccezione. Ho molte riserve su questo romanzo. Ma anche molte speranze sul futuro dell'autrice. Cominciamo con le riserve. "Dalla parte del torto" è un giallo di ambientazione milanese. Un giallo poco convincente e logico proprio dal versante del genere. Il meccanismo a incastro, tipico del giallo ben congegnato, qui appare parecchio inceppato. La trama propriamente detta va avanti a singhiozzi e a salti logici che si si stentano a seguire. Gli investigatori, un bizzarro pool di dilettanti, con a capo una ispettrice di polizia, sono figure appena abbozzate. E non ci sono pochi ragionamenti logico-deduttivi che portano alla soluzione. Ma è pur vero che sono molti a usare la "gabbia" del genere, per poi raccontare qualcos'altro.
Ed è questo il caso. Questo romanzo non parla in realtà di delitti. Si parla e molto, della protagonista nascosta del romanzo. Ossia la città di Milano. Quello che traspare in filigrana è quindi un ironico saggio sugli ultimi residui della "milano da bere", sulla milano dell'arte, delle incomprensibili avanguardie, delle provocazioni fini a se stesse.