Mi chiedo spesso cosa porti a leggere un libro anziché un altro. La domanda è quasi retorica. Ogni libro che leggiamo ha una sua storia personale. Nessun lettore ha un percorso sovrapponibile a quello di altri. Come sia arrivato a leggere questo libro esula dallo scopo della recensione. Sappiate solo che grazie a questo percorso però ho avuto modo di conoscere, seppure non approfonditamente nulla_per_casolautrice. E sorprendente ritrovarsi a leggere un romanzo con la voce del suo autore. Ancora più sorprendente visualizzare la protagonista con le fattezze dellautrice. Nonché attribuire ai vari personaggi i volti delle persone care alla stessa, visti alla presentazione del volume. In fondo non è così. Rosa non è Irene, la protagonista del romanzo. Ma cè qualcosa di Rosa in Irene per forza di cose. E lei che ha donato al personaggio il soffio vitale. E le ha donato una singolare caratteristica, quella di percepire il dolore delle persone che le stanno vicino. Fino a starne male. La cosa è molto scomoda se poi il personaggio è una cronista di cronaca nera, costantemente a contatto con dolori di ogni sorta. Da questo primo conflitto scaturiranno in realtà molti altri conflitti. Una narrazione compatta, che si avvia con molta circospezione, ci introduce a un complesso mondo narrativo, fatto di personaggi e situazioni che sembrano vivere di vita propria. Attenzione, non sto dicendo che sfuggano al volere della scrittrice, quello che voglio dire è che il notevole lavoro di costruzione dei personaggi e dellambientazione è molto curato. Il risultato di una così buona preparazione è una storia che, dopo qualche capitolo di presentazione dellambiente e dei personaggi, scorre senza intoppi, facendosi leggere senza alcuna fatica. La trama “gialla” è parte integrante dellopera. Non risulta niente affatto pretestuosa, come capita troppo spesso. La sua risoluzione è molto coerente nella sua linearità e semplicità. Come dicevo, non solo sono curati i personaggi, ma anche lambientazione. Una Milano assolutamente riconoscibile, ma fuori dagli stereotipi. Il linguaggio è moderno senza essere “modernista”, ossia è assolutamente privo di quei neologismi che molti autori inseriscono per dare sfoggio di sé. La parola che mi viene più in mente se penso al romanzo è “modestia”. Non è un giudizio sulla qualità del romanzo, che è buono. Bensì latteggiamento che sembra trasparire da ogni pagina. Una volta tanto abbiamo unautrice che non pretende di insegnarci il senso della vita in ogni riga, ma che, con molta modestia, si limita a raccontare una storia, e lo fa molto bene. Non pensiate che un minimo di insegnamento, dalla storia di Irene, non si possa trarre, ma per fortuna lautrice non ce lo fa pesare. Lei racconta la storia, lasciando a noi lettori il compito di trarne le dovute conseguenze.


Nulla per caso
Rosa Teruzzi
Sperling & Kupfer - Collana Pandora
Data pubblicazione: 2008
Pagine: 199 - ISBN: 8820045109 - Prezzo: € 16,50

Recensione pubblicata anche su Il Leggio.