Ho una mia tesi. Non votare Pisapia significa poter continuare a fare la solita opposizione. Avere un "nemico" bene identificato con cui prendersela. Troppo comodo.
Votare Pisapia, a mia modesta opinione, non significa vendersi, non significa non potere protestare, continuare a manifestare, a fare manifestazioni, a fare opposizione se è il caso.
Significa avere, nel peggiore dei casi, un antagonista diverso, che presenta probabilmente più sfide, perché significa anche dovere accettare di fare la propria parte nel processo.
E' una "opposizione" più difficile, ma non per questo la sfida non va affrontata. Troppo facile prendersela con il nano come simbolo di tutti i mali, e poi tornare nelle case o nelle sezioni a pontificare su cosa fare "nel caso in cui saremo eletti". In questo momento ci sono tutte le circoscrizioni di Milano tolte alla destra.
Se dobbiamo estirpare il berlusconismo non possiamo non farlo partendo dalle cariche, dai sindaci e poi via via le altre cariche. Certo c'è da lavorare sul berlusconismo interno alla nostra società, quello che è il male di cui il nano è metastasi. Ma come lo facciamo se non tagliamo le teste?
E se anche i germogli del berlusconismo fossero tra noi, preferisco che si combattano sapendo che intanto vari beceri soggetti sono tra i banchi dell'opposizione, dove possono nuocere relativamente meno.
A questo punto, sul fronte interno non bisogna fare sconti, perché se da un lato qualcuno potrebbe dire "Lo hai voluto Pisapia? Ora accontentati", io risponderei "No bello mio, ora che è Sindaco, è lui che deve rendere conto a chi lo ha votato".
Sarò un illuso? Non so. Non credo che la mia sia una montanelliana "turata di naso", ma sia l'unica prospettiva da cui partire a Milano. Non sono le migliori carte con cui giocare in assoluto, ma sono le migliori che oggi abbiamo in mano.