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Film: Le vite degli altri

Recensioni - Drammatico

Le vite degli altri

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck

Berlino Est, 1984. La caduta del muro non sembra affatto imminente. La polizia segreta, la Stasi, controlla le vite di tutti coloro che ritiene essere nemici dello stato  socialista. Con qualsiasi mezzo sia ritenuto necessario. Il capitanolocandina Wiesler è uno dei migliori in quello che fa. Ma quello che fa è disgustoso. Applica alla lettera i protocolli dinterrogatorio. Ed è abituato a ottenere dai suoi interrogati la confessione. Lincarico che gli viene affidato, quello di tenere sotto sorveglianza  il commediografo Dreysman, sembra di normale routine. In realtà il ministro della cultura vuole concupire lattrice Christa-Maria Sieland, compagna del commediografo. Per fare ciò ha dato incarico al superiore di Wiesler di cercare prove della  infedeltà al regime di Dreysman a qualsiasi costo, mediante una intensa sorveglianza.
Ma Wiesler non è un "cattivo", in realtà è solo un burocrate, un uomo convinto di fare il proprio dovere. Spiando Dreysman intuisce la verità e diventa compartecipe delle vicende che lo coinvolgono. Scoprirà il significato dellamore e della bellezza dellarte e della poesia. Questo lo porterà ad abbandonare il suo ruolo di muto osservatore delle vite dei sorvegliati, assumendo un ruolo attivo nella lotta per la giustizia e la verità.
Sarà una lotta impari, il cui risultato non è scontato. La vittoria finale di Wiesler, Dreysman e di tutti gli oppositori del regime arriverà, e questo lo posso dire senza rivelare nullaltro del film, arriverà il giorno della caduta del muro.  A prescindere dallincerto esito della battaglia che vede coinvolti i protagonisti del film, la guerra sappiamo già chi la vincerà.
Ma questa retrospettiva ci aiuta a capire come sia stata vinta. La somma di tante piccole storie, compone poi la grande "Storia". Detto questo non crediate che lo spessore del tema abbia fagocitato il cinema. Lo specifico cinematografico è notevole. Il giovane regista dimostra una ottima capacità di reggere il ritmo fino alla fine. La sceneggiatura è coerente e non ha buchi. I dialoghi assolutamente credibili. Impeccabile la ricostruzione dambiente. Ottimo è il cast.  Dal protagonista Ulrich Mühe nel ruolo del tormentato Wiesler, a Sebastian Koch, nel ruolo di Dreysman, fino a Martina Gedeck, nel ruolo di Christa, già vista ne "le particelle elementari", fino agli ottimi comprimari.  Penso che, come un novello Wolfgang Petersen, anche von Donnersmarck, verrà presto notato dalle major hollywoodiane. Se questo sarà un bene o un male, solo il futuro potrà dirlo.


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1 commento

  1. Il piu' bel film degli ultimi X anni!!! (prego sostituire X con un numero a vostra scelta)
    Dopo tante delusioni sul grande schermo, finalmente una grossa soddisfazione. Si', lo ammetto, alla frase finale ho pianto. E ho riso allo stesso tempo.

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