La terza C è uno dei miti della mia adolescenza. Per forza di cose. Cero. E cero dentro con tutte le scarpe. Ero alle superiori allepoca. Una serie che non aveva molte pretese, ma che, nel suo piccolo, era lesatto specchio delladolescenza anni 80. Lidentificazione era totale. In realtà, se scendo nello specifico, non avevo un alter-ego in quella serie. Forse il personaggio di Benedetta, aveva un po del mio spirito "dark". Ma nessuno dei personaggi maschili poteva rappresentarmi. Mancava il nerd. Quello lo avevano codificato gli americani, ne "la rivincita dei nerd". Noi italiani eravamo ancora fermi al "secchione". Le secchione cerano, ma erano antipatiche. Anche se alla fine si volevano tutti bene. Persino gli arcirivali della terza F erano amiconi. Poi cera Zampetti, con il suo repertorio di luoghi comuni, di espressioni yuppistiche anni 80. Con il suo parlare per slogan. In realtà tutti  nella serie parlavano per slogan. Gli sponsor erano parte integrante della trama! Ma andava bene così. Gli adolescenti vedevano a milioni la serie e, forse è lultima generazione che lha fatto, la vedevano assieme ai genitori!

Ciao Zampetti! Andare in Paradiso e pedalare!