Scritti, impressioni, opinioni.

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Non sparate sull'autore

Giusto questa settimana George R.R. Martin, l'autore delle celebri Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha pubblicato un bel post su sul suo grrm.livejournal.com, intitolato Not A Blog Policy, ricordando che sul suo blog non saranno tollerati commenti non pertinenti.

Il punto è che ormai da qualche anno, qualsiasi cosa si pubblichi su Martin, arrivano i fan arrabbiati che puntano il dito per i romanzi mancanti della saga

Credo che ci siano tanti libri in libreria da leggere nell'attesa, per cui la questione mi sembra di poco conto.

Ritengo che scrivere narrativa non sia assimilabile alla produzione industriale, ma a un artigianato che può avere tempi di realizzazione diversi da persona a persona e da momento a momento. Se siete lettori attenti e competenti credo che lo possiate comprendere.

Altri scrittori hanno prodotto più pagine nello stesso tempo? Leggeteveli e basta.

Questo non per difendere Martin, che si difende abbastanza bene da solo, ma il concetto stesso di produzione letteraria. Essere a disposizione dei lettori non significa esserne schiavi. È interesse dello scrittore dare al lettore la storia che ritiene all'altezza, anche nel rispetto del lettore. Scrittori che pubblicano tanto per pubblicare forse in giro ce ne sono tanti.

E se uno scrittore non scrive quando dorme, quando si prende delle giuste pause dal suo lavoro, perché uno scrittore lavora anche quando non è riuscito a produrre una sola pagina leggibile dopo mille tentativi, fatevene una ragione. Come voi avete diritto a uno svago, a una partita di calcio o a un film, lo ha anche lo scrittore. Non rompetegli le scatole.

 

Intervista per RadioEco

L'oggetto di questa intervista che, rilasciata insieme ad altri redattori di FantasyMagazine  a RadioEco, la web radio degli studenti dell'Università di Pisa, è proprio il significato di quello che faccio ogni giorno lì.

Poche semplici parole.

La potete leggere qui. Nei prossimi giorni saranno pubblicate anche le interviste degli altri redattori.

Urban Fantasy Heroes 3: Pathfinder - Appeso a un filo

Il giovane Leonardo si ritrova faccia a faccia con il Minotauro, la bestia mostruosa che ha fatto della Torino sotterranea il proprio regno. Riuscirà a cavarsela, con solo l’aiuto dello spirito di Arianna e dei poteri che lei gli donerà? Il terzo racconto della nuova, esplosiva serie Urban Fantasy Heroes!
 

Sinossi

Pathfinder: Appeso a un filoSembra una noiosa giornata di lavoro come tante per Leonardo, che si mantiene con l’attività precaria di accompagnatore scolastico. Neanche le ultime sparizioni di turisti a Torino - persone svanite nel nulla, come fossero ingoiate dal suolo - sembrano impensierirlo. Eppure, quando si ritroverà a essere uno degli scomparsi, tutto cambierà. Durante una visita al museo Pietro Micca e alle sue gallerie, si ritroverà nel profondo dedalo di una Torino sotterranea sconosciuta, un labirinto infestato da una bestia antica quando feroce: il Minotauro. L’unica sua àncora di salvezza è l’anima di Arianna, intrappolata laggiù assieme a tutte le vittime del mostro, che gli conferisce il potere di orientarsi e trovare la via ovunque si trovi. I nuovi poteri di Leonardo saranno tuttavia sufficienti per fronteggiare il Minotauro e al contempo uscire vivo dal mortale labirinto?

L'autore

Eleonora Rossetti, classe 1981, è nata a Sondrio, dove vive attualmente. Ha diviso gli studi tra l'Accademia di Regia e Sceneggiatura e la programmazione software, a cui poi si dedicherà senza tuttavia trascurare la passione per la scrittura che nutre già dall'adolescenza. Partecipa a svariati workshop di scrittura e vanta alcune pubblicazioni di racconti, esordendo nella raccolta “365 racconti sulla fine del mondo”, edito da Delos Edizioni, con il racconto “Senza fine”.

Lo Hobbit: la desolazione di Smaug. Considerazioni nerdiche

In questo momento i fan di tutto il mondo stanno guardando Lo Hobbit: la desolazione di Smaug. Alcuni stanno schiumando rabbia. Specialmente i "puristi dell'integrità tolkieniana".

Ci sono tante analogie e differenze tra opera scritta, il romanzo di J.R.R. Tolkien,  e i film. Ho accennato a qualcosa nella mia recensione pubblicata su FantasyMagazine.

Lo Hobbit: la desolazione di Smaug

Il punto fondamentale di Peter Jackson è che è un furbacchione che si è fatto finanziare con milioni di dollari le sue fan fiction tolkienane.
Però è anche vero che solo concepire questi film è un'impresa, a prescindere dal risultato.
Un vero genio del cinema ne avrebbe fatto qualcos'altro probabilmente, ma forse non avrebbe avuto la sua stessa capacità di gestione del set e della produzione. Cavolo, stare circa 16 mesi (solo di riprese) in campeggio in Nuova Zelanda per dirigere un film (sì tre, ma in pratica ne ha diretto uno solo spezzandolo in tre parti) è una roba da sclerare.
Ed è ancora impegnato nella post-produzione del terzo film su Lo Hobbit!
Insomma, tra la prima trilogia e la seconda quest'uomo ha dato almento 6-7 della sua vita a Tolkien. E tra le ricerche, le riletture, i sopralluoghi, forse arriviamo a 10.
Staremo per l'eternità a chiederci cosa avrebbe fatto Guillermo del Toro con Lo Hobbit, questo è vero.
Ma Jackson alla fine si è divertito un mondo a giocare con i suoi LEGOlas a grandezza naturale e ci spernacchia dalla Nuova Zelanda.
Lui ha potuto e noi no. E rosichiamo tutti.

Intervista su La Zona Morta

Segnalo la pubblicazione di una intervista che ho rilasciato a Filippo Radogna di La Zona Morta, sito dedicato al fantastico di cui apprezzo e condivido la visione ad ampio raggio sul genere.

Grazie Filippo e allo staff di La Zona Morta per avermi dato lo spazio per sproloquiare.

L'intervista la trovate a questo link.

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