v-2009_tv_series_logoFANTASCIENZA, V - Pilot, USA, 2009 - regia di Yves Simoneau - scritto da Scott Peters - Kenneth Johnson (soggetto) - con Elizabeth Mitchell, Morris Chestnut, Joel Gretsch, Logan Huffman, Lourdes Benedicto, Laura Vandervoort, Morena Baccarin, Scott Wolf, Alan Tudyk - durata: 45 minuti - distribuito da ABC - giudizio: discreto

Prendete un vecchio telefilm degli anni 80.

Mescolateci tutto quanto ha prodotto lindustria dellintrattenimento fino a oggi, magari citandolo pure. Volete pure un po di teoria del complotto? E i rettiliani ce li potevamo fare mancare?

Nel frullatore poi ci infiliamo il conflitto generazionale tra una mamma divorziata e il figlio adolscente in cerca di figure di riferimento, un giornalista che darebbe lanima pur di avere uno scoop, ma che sembra qualche tentennamento (nellunica scena forse degna di interesse in questo remake da sbadiglio).

Più che un pilot, questo frammentato e frammentario primo episodio del remake di V, sembra il riassunto veloce e frettoloso di quello che avrebbero potuto essere le prime 3 puntate.

Dei temi di Kenneth Johnson cè comunque parecchio, daltra parte il tema di fondo era ispirato a un romanzo "mainstream" del 1935,  ossia Qui non può accadere (It Cant Happen Here), di Sinclair Lewis  narra dellelezione di un presidente degli Stati Uniti che propugna idee e politiche fasciste.

Un episodio da un ora è troppo poco per la carne al fuoco che è stata messa.

Linizio è frenetico, in poche inquadrature vengono descritti i personaggi principali, con una tecnica televisiva che lascia poco allimmaginazione e molto al didascalico, per esempio lintroduzione dellagente del solito FBI Erica Evans, a cui da volto Elizabeth Mitchell (Lost) è affidata alla semplice visione del suo tesserino dellFBI; idem per quella del giornalista televisivo Chad Decker intepretato da Scott Richard Wolf (Everwood), con una banale inquadratura del personaggio mentre legge le notizie. Sottili metafore non cè che dire. Da 4400 proviene Joel Gretch, nei panni di Padre Jack Landry, un prete con molti dubbi. Non si butta mai niente.

A dare volto leader dei visitatori Anna è Morena Baccarin, che in Firefly era molto meglio, chiunque abbia avuto lidea di quella capigliatura va spedito in miniera, subito. Jane Badler non ha più il fisico, pazienza.

Incolore il ragazzino Logan Huffman, nel telefilm il figlio di Erica Tyler, le cui espressioni variano dallo storcere la bocca verso sinistra allo storcere la bocca verso destra, con occhio rigorosamente vitreo. Non lo giustifico per la giovane età. Ci sono i registi per bacchettare certe clamorose sbavature.

Efficace lattore afro-americano Morris Chestnut, nel ruolo di Ryan Nichols, sufficiente lattrice che interpreta il ruolo della sua fidanzata Valerie Lourdes Benedictu.

La strizzata docchio agli adolescenti nerd la fornisce Laura Vandervoort, che era in Smallville. Anche qui sembra molto una Supergirl, essendo una "Visitatrice".

Se dal punto di vista spettacolare sembra che questo pilota si sia comunque preso un bel po del budget complessivo della serie, la trama è  compressa dalla troppa fretta di presentare tutti gli elementi fondamentali.

cast_of_v_2009Quello che appare è che si è lavorato molto di "cerca e sostituisci" cambiando i nomi e i ruoli a personaggi già presenti nella versione di Johnson. Pensiamo al fatto che mentre nella serie originale il leader era un uomo e Diana una dei generali, qui Anna ha un lacchè, che appare viscido e fasullo anche senza levarsi la maschera.

Guest star dellepisodio Alan Tudyk, che dopo essere stato in Firefly e Dollhouse, è in questo episodio il partner di Erica.

Il gran "master" di questa serie, il produttore esecutivo, è Scott Peters, che aveva fatto un lavoro dignitoso con 4400.Non è una prevenzione quella mia. V non era intoccabile, come non lo era Star Trek. Ma probabilmente cè una generazione di spettatori che più di un remake, ha atteso per anni una conclusione della pure non eccelsa V:The Series, ossia la serie che seguiva le due ottime miniserie, lasciata in sospeso con un finale a cliffhanger. Ma evidentemente produrre un seguito sarebbe stato fuori tempo massimo.

Invece Peters ci propone un prodotto che, visto ora, più che il remake di una appassionante miniserie degli ann80, sembra essere lepigono di una serie di prodotti che invece a quella miniserie hanno attinto parecchio.

BSG e lultimo film su Star Trek ci insegnano che ribaltare come un guanto un prodotto già sfruttato che non sembrava avere più nulla da dire, ridandogli lustro e novità, è possibile.

Ma non tutti hanno a disposizione un Ron Moore o uno J.J. Abrams capaci di farlo.

V si potrebbe definire un prodotto dintrattenimento senza infamia e senza lode, con quel minimo sindacale che lo rende guardabile, sempre che nel prosieguo della serie i produttori sappiano cosa fare.

Aggiungete mezza stella al giudizio complessivo. Due forse sembrano poche, ma tre sono decisamente troppe.