Scritti, impressioni, opinioni.

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Film: Cloverfield

Vi confesso che senza larticolo del mio amico X, non sarei andato a vederlo. In tutta sincerità sentiva puzza di bufala. Troppo battage pubblicitario, troppo sensazionalismo. Le voci di persone sconcertate che abbandonavano le sale in cloverfieldpreda al vomito, mi sembravano create ad arte. E credo che lo siano tuttora. Vedo di riassumere le mie impressioni di visione. Immaginatevi che nel gruppo di friends, irrompa un disastro. Un momento prima tutti a occuparsi di cazzate tipo amori, gelosie, etc, un momento dopo tutti in corsa per salvarsi la vita. Il film è girato come se fosse ripreso da una videocamera. 85 minuti di esplosioni, mostri e grattacieli in fiamme, tutto tremolante. Non che non basterebbe ispirarsi alla vita reale, tutte le fine del mese su molte delle persone che conosco incombono sfratti, taglio della luce, ecc. Disastri veri. Ma quelli non fanno scena. Solo due palle così. Insomma più reale del reale. Ed ecco che un mostro alieno che stacca la testa alla statua della liberà. New York come la Tokyo dei film di Godzilla, ce lhanno tutti con lei.
Niente che non si sia visto in diretta nel settembre di qualche anno fa. Giusto per capirci. Il fatto è che la realtà è reale per definizione. Non si deve preoccupare di sembrare verosimile. Lo disse già Pirandello e io lo ripeto forse troppo spesso. Nel cinema per farlo sembrare verosimile ti tocca inventarti un mostro gigante, con un seguito di mostriciattoli simil Alien. I mostri veri, quelli del troppo citato 11 settembre non farebbero così paura al cinema. Chissà a quanti sceneggiatori avevano bocciato lidea di un crollo delle twin towers, di grattacieli fumanti,di nuvole di polvere, ritenendoli unidiozia.Ora invece si può. Il film alla fine si fa seguire. Un pop corn movie che per fortuna dura poco. Sono uscito dalla sala con un moderato mal di testa. Ma soddisfatto.

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The Pusher

Recensioni, Film, Drammatico

The Pusher
diretto da Matthew Vaughn

pusher"The Pusher" (titolo originale Layer Cake), non è forse il noir più originale mai girato.  Diretto da Matthew Vaughn, racconta la storia di uno spacciatore senza nome, un trafficante di droga pentito che cerca per amore di uscire dal giro, ma lopposizione del suo capo e una partita di ecstasy rubata a una banda di serbi gli complicano terribilmente le cose.
Il film ha i suoi punti di forza in un cast bene assortito, con un roccioso Daniel Craig nel ruolo principale, e in un sempre strepitoso Colm Meaney, al quale forse il ruolo di comprimario va stretto. Da quanto ho letto in giro questo film, del 2004, non ha goduto di buona stampa, ne è stato un campione di incassi. Pur tuttavia, devo ammettere che la sua convenzionalità mi è piaciuta. Il film è ovviamente violento, ma senza i parossismi di Tarantino ed epigoni. Non ha forse le stramberie british di Guy Ritchie, anche se il regista è il produttore di "The Snatch".  La storia si complica parecchio in molti punti. Pur tuttavia la matassa si sbroglia agevolmente, senza farci fumare troppo il cervello. Stilisticamente il film è ben composto, mostrandoci unInghilterra al di fuori degli stereotipi turistici.  Craig fa qui la prova generale prima di vestire i panni di un convincente James Bond. Quanto basta per una serata disimpegnata. Insomma non sempre possiamo nutrirci di capolavori no?

I Simpson ? Il film

Dopo anni di attesa spasmodica (?), i Simpsons approdano al cinema. Un atto dovuto? Ma manco per niente! Perché quello che ha funzionato per anni in tv, dovrebbe per forza arrivare al cinema? E soprattutto, perché pagare per qualcosa che puoi Simpsons Trekvedere gratis in tv? Ma perché è divertente per diamine! Perché con i Simpsons si ride, si ride, e si ride.  La storia all’inizio pare poco più di un episodio lungo.  Le inquadrature, i primi piani, sembrano ancora televisivi.  Groening non pare avvalersi delle potenzialità del grande schermo.  Poi, da quando Homer ne combina una delle sue,  il film ingrana, e la fantasia più sfrenata prende il sopravvento.  Homer  inquina  il lago di Springfield con gli escrementi di un maiale, suo nuovo cucciolo di casa. Le conseguenze del disastro ecologico portano  la popolazione di Springfield a rivoltarsi contro la casa dei Simpson,che fuggono Alaska. Finalmente quindi vediamo pezzi di America diversi dalla solita Springfield,  e c’è spazio per inquadrature più ampie, carrellate, zoom più tipici del mezzo cinematografico.  Per quanto Groening si sia sforzato di rendere i Simpsons antipatici, in realtà sono dei buoni, e lo sappiamo da anni. Il film conferma questa tesi. Homer  è pasticcione, un po’ egoista, volgarotto, ma è sempre e comunque un buono. Bart in fondo è un monello che ha bisogno solo di essere amato. Le donne di casa Simpson sono le teste pensanti della casa, dalla volitiva Marge, alla impegnata Lisa, alla furba e piena di risorse Maggie.  Non tutti i personaggi hanno spazio nel film. Se Ned Flanders è parte della vicenda, se Moe è sempre un punto di riferimento, così come il diabolico mister Smithers, brilla per esempio l’assenza del preside Skinner. In una storia corale, che vede protagonista non solo la famiglia Simpson, ma anche drammaticamente coinvolta la popolazione di Springfield, mi pare una assenza imperdonabile.  A parte Maude Flanders, non ricordo altre morti “illustri”, nel serial.  Per cui posso solo immaginare Seymour in mezzo alla folla di Springfield. Magari lo troverò con i fermo immagine quando uscirà il DVD.  Il film non manca di frecciate al governo americano e alle sue “agenzie”, nonché di battute fulminanti  (“Che gusto c’è ad essere pazzi senza il potere?”).  Una menzione speciale alla versione della sigla dei Simpson eseguita dai Green Day, che ovviamente appaiono nel film, nel ruolo di se stessi. Alla fine posso dire che la pellicola assolve egregiamente al suo scopo.  Intrattenere senza per forza tenere i neuroni spenti.

 
Titolo originale: The Simpsons Movie
Regia: David Silverman
Sceneggiatura: Matt Groening
Musiche: Hans Zimmer
Montaggio: John Carnochan
Anno: 2007
Nazione: Stati Uniti dAmerica
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 87
Genere: animazione

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Film: Transformers

recensioni, fantascienza

TRANSFORMERS

Regia di Micheal Bay

Ci sono registi che sono una garanzia. Alcuni garantiscono qualità. Altritransformers1_800 garantiscono ciofeche. Micheal Bay lho sempre ascritto alla seconda categoria. Non che i suoi film non fossero spettacolari e tecnicamente ben fatti. Tuttaltro. Ma ho sempre odiato la sua retorica tutta stelle e strisce e torta di mele. Un regista che parla, con la tecnica degli anni 90/2000, con la lingua degli anni 80. . Non ho potuto sopportare "Armageddon", fracassone, confusionario e assolutamente privo di coerenza. Ho salvato, ma con molte riserve, forse solo per la presenza di Sean Connery ed Ed Harris, "The Rock". Lapoteosi della retorica di Micheal Bay si è raggiunta con il pomposo, e nonostante la profusione di mezzi, noioso, "Pearl Harbour". Cè da dire che i due Bad Boys sono pur tuttavia un buon mix di commedia e poliziesco action. Ma niente di memorabile, a mia opinione.
The Island ha parecchi difetti, mescola molti stilemi fantascientifici in una trama forse risicata, che alla fine si risolve in lungo, estenuante, inseguimento. Ma cerano margini di miglioramento.
Con queste premesse, Transformers è quasi una sorpresa. Non che manchino le solite scelte di Bay. Ossia i soliti marines cazzuti, i "ralenti", i soliti fumogeni che indicano ai soliti elicotteri il target, illuminati da una luce crepuscolare. Ma stavolta la sontuosità della produzione non si mangia il film. Attenzione, sempre di popcorn movie trattiamo. Un commosso omaggio ai giocattoli dellinfanzia della mia generazione. Quante trame di fantasia avrò inventato con gli autobots!  Il cast è bene assortito. John Voight e John Turturro, in ruoli di contorno,  si divertono un mondo a giocare con Spielberg e Bay.  Se cè qualche difetto è nel fatto che, in fondo sono quasi tutti un po troppo "belli", anche il ragazzino nerd. Per non parlare della bionda analista e della moretta con occhi azzurri da urlo. Ma due bellone in un film ci possono anche stare. Probabilmente il film avrebbe potuto essere un po più corto. Il finale è veramente estenuante, pieno zeppo di inseguimenti mozzafiato. E poi, sinceramente, non ho capito perchè i protagonisti per fuggire dai cattivi scelgono una città densamente popolata anzichè spazi aperti. Forse è solo per permettere a Bay di prodursi nel suo solito fracassone finale? Comunque mi sono diveritito. Con lo stesso senso di colpa di quando bevo una Coca Cola.

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Film : Breakfast on Pluto

Recensioni - Drammatico

Breakfast on Pluto

Regia di Neil Jordan


"Sei uno sprovveduto". E tutta in questa frase la chiave di lettura dellultimo film breakfastdi Neil Jordan. Potremmo sottotitolarlo come "le avventure di uno sprovveduto". Come si può essere adolescenti irlandesi negli anni 70, e non capire praticamente nulla di ciò che succede intorno? Come si fa a guardare sempre e comunque con candore al mondo? La risposta è nellomonimo romanzo di Patrick MacCabe, dal quale Jordan ha tratto questo delizioso film.  Patrick "Kitten" Braden è il figlio indesiderato di un prete e di una donna di servizio, nella cattolicisima Irlanda. Inoltre è omosessuale. Dalla vita desidera tutto quello che desiderano tutti: L Amore, e un proprio posto nella vita. Non gli sarà facile trovare sia luna che laltra cosa. Come un moderno Pinocchio cerca le tracce della sua mamma, sperduta nella tentacolare metropoli londinese. Cerca, come Cenerentola, un principe azzurro. Si imbatterà in militanti dellIRA, demoni tentatori (un mefistofelico Brian Ferry), poliziotti corrotti e mille altre insidie. Ma troverà anche veri amici e il vero senso della vita. Il personaggio è interpretato da uno strepitoso Cillian Murphy. Attore che ormai non è più solo una promessa, ma una promessa mantenuta. Qui è impegnato in un ruolo sempre difficile, ma molto attento a non cadere mai nella esagerazione caricaturale.  Ottima anche la sua prestazione canora. Il cast dei comprimari è ben gestito dal regista. Da Liam Neeson, bietolone come al solito, ma funzionale alla storia, a Stephen Rea, attore feticcio di Jordan, al cameo di Brian Ferry, al redivivo cantante punk Gavin Friday. Ma non voglio fare torto anche ai giovani e bravissimi Laurence Killian e Ruth Negga.
La colonna sonora è una bellissima escursione nel pop anni 70. Un pop forse melenso, ma assolutamente in tono con il modo di sentire la vita di Patrick.
Il film però mantiene quasi sempre il senso della misura, con solo un paio di scivolate gratuite nel melodramma, che non posso anticipare per non rovinare il gusto di seguire la storia.
Ma il gusto finale che resta è buono. Usciamo dal cinema decisamente sorridenti. Contenti di aver visto un bel romanzo di formazione, molto ben raccontato. E siamo anche contenti di poterlo raccomandare caldamente agli amici.

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