Scritti, impressioni, opinioni.

Categoria: fumetti Pagina 1 di 2

next 18

È arrivato NeXT 18

NeXT 18

NeXT 18

Sul blog Hyperhouse è  stata annunciata ieri l'uscita del numero 18 di NeXT, la rivista ufficiale del movimento connettivista.

Ho contribuito anche a questa iterazione con un articolo sul mondo del fumetto, cartaceo e  digitale, argomento che mi sta molto a cuore. Il titolo del mio articolo è Di Crowdfunding e di altre facezie. Nell'articolo di Zoon trovate non solo una completa presentazione del numero, ma anche tutte le modalità per ordinarlo o abbonarvi alla rivista.

Ho in preparazione anche un articolo per NextStation.org, la sponda internet del movimento, di cui è previsto a breve un rilancio.

Bryan Talbot e il cuore di tenebra del Multiverso

Universi paralleli, storia alternativa e intrighi politici sono gli esplosivi ingredienti dell'universo creato dall'artista britannico Bryan Talbot, dalle prime complesse avventure dell'Homo Novus Luther Arkwright al conclusivo Heart of Empire.

Le avventure di Luther Arkwright

In principio erano Le avventure di Luther Arkwright, bellissima storia a fumetti di Bryan Talbot, densa di concetti fantascientifici, così dirompente nella scrittura e nei disegni da meritarsi la reputazione di capolavoro “spartiacque” nella letteratura disegnata. I primi episodi di questa miniserie furono pubblicati nel 1978 sulla rivista di fumetti underground Near Myths e poi sulla rivista pssst! fino al 1982. Talbot poi riprese la storia nel 1987-89 in una serie di 10 albi pubblicati dalla Valkyrie Press. I primi 9 conclusero le vicende del personaggio. Una decima uscita fu dedicata da Talbot a una serie di articoli che ripercorrevano la genesi della storia, il suo percorso creativo ed editoriale nonché importanti informazioni sul background dell’universo narrativo. Successivamente l'intera vicenda venne pubblicata negli Stati Uniti dalla Dark Horse Comics. In Italia il fumetto arrivò in una miniserie di 4 albi, pubblicati dalla Telemaco Comics nel 1993. L’anno scorso la Comma 22 ha ristampato questi albi in volume.
La vicenda si svolgeva sul piano di più universi paralleli e portava in scena la resistenza dei ribelli monarchici al dittatore di un’Inghilterra ucronica, discendente di Cromwell. Il ventesimo secolo britannico di Talbot non conosce il potere della monarchia, decaduto dalla rivoluzione del 1650, in cui gli stessi ideali repubblicani sono ormai degenerati in una feroce dittatura, non dissimile dai totalitarismi del nostro XX secolo. La storia è un’allegoria di tutte quelle finte democrazie che, sotto la parvenza di repubbliche, nascondono regimi dispotici, e unisce due tradizioni fantascientifiche britanniche, le catastrofi ecologiche di John Christopher (Morte dell’erba) e J.G. Ballard con quella distopica, a cui il fumetto dava in quegli anni un contributo fondamentale con Alan Moore e V for Vendetta. Il timore che sostiene Arkwright, nazionalista a suo modo, è che i governanti, una volta preso il potere nel nome del bene comune, nello stesso nome compiano misfatti inenarrabili, autorizzando deportazioni, guerre o genocidi. Paradossale se si pensa che la Gran Bretagna non ha conosciuto il giogo dei totalitarismi del XX Secolo. Ma è una paura ancora forte, se si pensa anche alla fantascienza televisiva, e in particolare alla recente miniserie Torchwood: Children of Earth, dove i rappresentanti di un governo eletto dal popolo decidono con cinismo quali siano i ceti della popolazione “degni” di sopravvivere. Nessun rimpianto comunque per le monarchie. La restaurazione sul trono della dinastia Stuart non porterà una nuova età dell’oro. In questa ucronia gli Stati Uniti rimangono poco più che una colonia inglese. Le guerre coloniali di questo Impero, sopravvissuto fino al nostro secolo non vengono però mascherate come “scontri di civiltà”. Si tratta di pura lotta per il potere fine a se stesso.
All’interno di questo conflitto irrompeva un umano che aveva bruscamente accelerato verso un successivo livello di evoluzione, Luther Arkwright, dotato di facoltà paranormali tra cui il potere di viaggiare attraverso gli universi. Alla fine della saga, come tutti i più valenti guerrieri, anche Luther, stanco e nauseato dal sangue versato, scompariva.
Il fumetto non aveva una trama lineare, e il segno di Talbot, ipernaturalistico e barocco, non lo rendeva di facile lettura. Accettata la sfida, al lettore paziente si apriva un orizzonte sui multiversi di notevole efficacia narrativa, con uno scenario di rara complessità che andava al di là della storia narrata. Che la restaurazione della Monarchia non mettesse la parola fine alle sue vicende, è stato così per lungo tempo l’auspicio di tutti gli appassionati di Arkwright.

Cuore dell'impero

Con Cuore dell’Impero Talbot, considerato da molti il padre del fumetto contemporaneo britannico di ispirazione fantastica e fantascientifica, si è deciso a riprendere nel 1999 i fili del discorso a una decina d’anni di distanza dalla fine delle pubblicazioni della prima miniserie, con ulteriori 9 albi mensili pubblicati dalla Dark Horse Comics. In Italia gli albi sono stati raccolti in 2 volumi sempre dalla Comma 22. La Monarchia non ha conosciuto sorte diversa dalla Repubblica che l’ha preceduta, degenerando in una dittatura che si è espansa nel mondo, schiacciandolo sotto il tallone del terrore. La regina Anna, che fu amante di Luther, è ormai una creatura parassita che sopravvive assorbendo energia vitale da occasionali compagni di letto. Ma Victoria, la figlia di Luther, sta iniziando a prendere coscienza della decadenza della casa reale, ormai un impero che ha imposto la Pax Britannica al mondo intero, maturando al contempo anche la consapevolezza della propria natura che supera l’umano, eredità dell’appartenenza di Luther all’Homo Novus. Ed è su di lei che si concentra stavolta l’obiettivo dell’autore.
Victoria infatti scopre gradualmente di possedere poteri ultra umani. Allo stesso tempo prende coscienza degli orrori perpetrati dal regime di cui fa parte suo malgrado. Il risveglio delle coscienza quindi è accompagnato dalla consapevolezza di poter usare i propri poteri per viaggiare tra gli universi e che suo padre, il leggendario Luther Arkwright, è ancora vivo.
Sullo sfondo si svolge l’ennesimo complotto per il potere, del quale fanno parte alcuni esponenti politici vicini alla monarchia, pronti a restaurare l'ennesimo regime “democratico”. Non ci sono innocenti però, o ribelli “buoni”. Alla radice di tutto c’è un orrore indescrivibile che si annida proprio nel “cuore dell’impero” del titolo, una creatura mostruosa il cui legame con i protagonisti è tutto da scoprire.
La pubblicazione originale è stata in albi di lunghezza variabile. La Dark Horse ha dato libertà a Talbot di dividere la storia secondo il flusso narrativo. In effetti la numerazione delle tavole non presenta soluzione di continuità. L’opera quindi si può a tutti gli effetti considerare un romanzo grafico e non una miniserie. Il fitto intreccio di intrighi, di riferimenti storici e di citazioni non sono avulsi da una cosmogonia fantascientifica, che è dettagliatamente spiegata nelle appendici testuali del secondo volume.
Se è già complicato immaginare e costruire solidamente un’ucronia ambientata in un solo universo, immaginatevi quanto possa essere complesso concepirne una che abbracci un intero Multiverso! Eppure Talbot immagina un mondo, situato nell’universo 00-00-00, nel quale l’improvvisa accelerazione tecnologica ha prodotto una razza di super umani, detta Homo Novus, che ha una visione più ampia di quanto siano enormi e ramificati gli universi paralleli, al punto di arrogarsi il ruolo del loro controllo. Luther Arkwright è uno di questi guardiani, esseri capaci di muoversi tra i paralleli con la sola forza del pensiero e delle capacità scientifiche acquisite dal parallelo 00-00-00, sotto la supervisione del progetto Valhalla e del supercomputer WOTAN.
Dopo due miniserie è chiaro che Talbot non stia parlando di divinità, ma di esseri umani, la cui tecnologia appare indistinguibile dalla magia solo per effetto dell'accelerazione, il cui punto “zero”, com'è spiegato nel secondo volume dell'edizione Comma 22, nell’articolo “Il Multiverso e Zero Zero”, è situato nel 1882, quando l'umanità del Parallelo 00-00-00 acquisisce la consapevolezza che “Non c'è un universo Infinito, ma un numero infinito di Universi: il Multiverso”. Diretta applicazione delle teorie del matematico Karl Marx. In questo universo la teoria della relatività era stata scoperta nel 1800 e nel 1832 Babbage aveva già realizzato il suo primo calcolatore elettronico. Ma è con Marx e con la sua dimostrazione formale dell'esistenza degli altri universi che nasce il Progetto Valhalla, allo scopo di monitorare gli universi alternativi, battezzati da Talbot semplicemente “Paralleli” e osservare le oscillazioni nelle tendenze storiche. In un mondo pacificato, senza più guerre, fame e malattia come il Parallelo 00-00-00 si comincia a guardare al destino degli altri universi, al fine di monitorare i loro progressi sulla via dell'armonia. Persino la parapsicologia è in questo universo niente di più che una scoperta tecnologica. E' l'applicazione dell'energia psionica che rende possibile il viaggio nei Paralleli. È addirittura possibile per gli uomini di 00-00-00 entrare in contatto empatico con i loro infiniti doppi negli infiniti universi.
L’intreccio complesso di Cuore dell’impero diventa a questo punto quasi lineare rispetto alle possibili varianti che ogni singolo evento può aver creato nei multiversi. Il Parallelo dove si svolge la narrazione principale è il numero 00-72-87, ma altri ne vedremo indicati durante la lettura. Se in Le avventure di Luther Arkwright ci perdevamo spesso e volentieri, la linearità del disegno in questo graphic novel rende più riposante la lettura. Non pensiate che sia meno definito e studiato, tutt’altro. Il tratto è da grandissimo artista, con tavole già molto esplicative nella loro elegante composizione grafica. Anche le parti più sessualmente esplicite, oppure violente e splatter, non sono mai gratuite. La storia quindi scorre fin troppo velocemente visto l’immenso piacere che regala. Non vorremmo finisse mai.Siamo davanti a un vero e proprio kolossal, di impressionante potenza visiva, come solo il fumetto può dare a questi prezzi. È difficile pensare che Hollywood possa impegnare i mezzi economici necessari a mettere in scena un disegno di questa portata con uno spessore narrativo equivalente. Magia della letteratura disegnata, che costa immensamente meno del cinema. È lo stesso Talbot nell'articolo, sempre contenuto nel secondo volume, “Dalla mente alla carta” a spiegare ai lettori la differenza d'approccio rispetto al cinema: “Se nel cinema siamo spettatori passivi, nel fumetto interagiamo con esso, arrivando a ‘leggere’ le immagini. È la nostra immaginazione che completa l’esperienza con suoni, atmosfere e toni di voce nel dialogo. Se è pur vero che leggiamo una vignetta alla volta, è altrettanto vero che inevitabilmente buttiamo l’occhio su tutta la tavola”. Talbot quindi dà molta importanza alla pianificazione della tavola. Se l'esperienza del cinema è già serializzata dalla proiezione, il solo fatto che il nostro sguardo vada sull'intera tavola costruisce una serialità soggettiva, diversa per ogni lettore. Nel fumetto però è possibile avere tante immagini adiacenti, primi piani, piani americani e campi lunghi, non solo nella stessa tavola, ma anche nella stessa vignetta. Sarà il lettore a comporre a suo modo il flusso d'informazioni, rendendo ogni esperienza di lettura unica.
Per la fortuna degli appassionati più insaziabili, il piacere della lettura del fumetto è prolungato dalla dettagliata sezione che chiude il secondo volume presentando sia scritti che ne analizzano in dettaglio il background, le fonti e l’intero processo produttivo, sia le copertine degli albi originali. Oltre ai già citati articoli troviamo una storia inedita di Neil Gaiman e Dave McKean, diretto omaggio a Luther Arkwright. Inoltre è presente una sezione, denominata ARKEOLOGIA che offre una dettagliata serie di note esplicative sui personaggi e le ambientazioni.

Bryan Talbot

Completa la confezione anche vario materiale metatestuale, come manifesti e scritti che sembrano provenire direttamente dall'universo narrativo della vicenda, nonché le copertine dei nove albi della prima pubblicazione. Nel già citato articolo “Dalla mente alla carta” apprendiamo che Talbot accredita tra le sue fonti d’ispirazione Jerry Cornelius di Michael Moorcock, insieme al fumetto ispirato allo stesso personaggio, Il garage ermetico di Moebius, la Saga degli Illuminati di Robert Shea e Robert Anton Wilson, Il signore della svastica di Norman Spinrad, i romanzi di Colin Wilson e i film di Sergio Leone, Nicolas Roeg, Sam Peckinpah, Francis Ford Coppola e Stanley Kubrick.
Per la raccolta del materiale, i sopralluoghi e l’opportuna documentazione e le fasi di realizzazione vera e propria, Talbot ha impiegato ben tre anni per arrivare al prodotto finito. Gliene diamo atto. Sono stati ben spesi.

Articolo pubblicato in origine su www.next-station.org

Fumetti: Chiron

chironDove vanno a curarsi i supereroi e i supercriminali, dopo essere stati feriti nelle loro battaglie? Di quali bizzarre malattie può soffrire un essere umano con superpoteri?

A queste domande cerca di rispondere questo curioso fumetto, Chiron, scritto e disegnato da Filippo Messina. La serie, della quale questo è il primo albo, narrerà le storie del Chiron Center, un ospedale dove vengono curati i superumani nellimmaginaria città di Pazzorre.

Non di conflitti tra eroi e super eroi narra la vicenda, ma di un complesso intreccio di interazioni tra personaggi "normali", se così si può dire, gli operatori dellospedale, medici, infermieri, burocrati. Immaginatevi la concitatezza di E.R., il senso del mistero di The Kingdom di Lars Von Trier e parte della comicità di Scrubs, il tutto immerso in un universo supereroistico

Lintento è ironico e dissacrante. La storia non si prende sul serio neanche per un momento. Ma non pensiate a una semplice parodia. Cè amore e rispetto per il genere supereroistico, oltre che una conoscenza dei suoi archetipi. Pur tuttavia sono lapproccio disincantato e una solida gestione dellintreccio i punti di forza di questo fumetto.

Il parco dei personaggi è ricco e sfaccettato, come i dettami del medical drama impongono. I segreti da svelare, nella vita quotidiana del Chiron Center, sono parecchi.

Probabilmente ciò che sembra essere si rivelerà alla fine tuttaltro. Nel quadro generale si inseriscono personaggi esterni, come una reporter che vuole conoscere i segreti del Centro, maniacalmente ossessionata dalla ricerca della "verità". Anche il contesto cittadino è talvolta ostile. Malvista è lattività del Centro quando cura i supercriminali. Trapela quindi la deferenza mista a paura degli uomini "normali" nei confronti dei superuomini.

Una delle debolezze del fumetto è forse una certa prolissità del dialogo, unita a una impostazione grafica delle tavole un po confusionaria, che rende talvolta la lettura poco agevole.

Il cartooning di Messina è interessante, ricorda molto il fumetto pop underground, tra Robert Crumb e il cartone del Stg. Pepper, ma ci sono ancora parecchie incertezze da esordiente. Penso onestamente che ci siano margini di miglioramento anche da questo punto di vista.

Essendo un fumetto più indipendente che non si può, il secondo episodio è ancora in gestazione, e il primo è di difficile reperibilità. Ma vale la pena andare a sollecitare la propria fumetteria di fiducia.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.

Fumetti: A volto coperto

79512Marsiglia, anni Settanta. Jean e Julia hanno ancora un sogno da realizzare. Rapinare banche e rubare diamanti gli sembra il modo più logico e sensato per ottenere quello che la vita gli promise tanti anni prima. Gli avvenimenti li porteranno in un drive-in alla periferia di Los Angeles, al tramonto.

A volto coperto
Luana Vergari - Francesco Mattioli
A volto coperto
Prefazione di Valerio Evangelisti

Tunué, 2008 - Collana «Prospero’s Books» n. 14
cm. 17 x 24;  92 pp b/n; cop. col.; rileg. filo refe

Euro 11,00
ISBN-13 978-88-89613-47-4

Asciutta, tesa nei momenti drammatici, ma anche struggente la trama, degna erede dei migliori noir francesi. Ottimi i disegni di Mattioli, sia nella ricostruzione delle atmosfere depoca, sia proprio nello storytelling. Da leggere.

Martin Mystére Fest 2008

La parte istituzionale di questo post, è la cronaca che ho scritto per Fantascienza.com, che trovate qui.
Pur tuttavia penso di avere ancora qualcosa da dire in merito. Questo in effetti è stato lanno in cui ho incontrato molte persone che condividono le mie passioni. Continuando lesperienza che mi porta da tre anni a partecipare con passione ai Cenacoli, e a vari incontri tra fantascientifici. Prima la Italcon, della quale ho scritto in  modo ampio qui, adesso il Fest. Non voglio fare confronti. Solo raccontarla da un altro punto di vista, più soggettivo. Quello dellappassionato, che ha aderito allinvito di un amico, Luca Montesano, alias "Zio Zuma". Sono iscritto da almeno un anno alla lista del BVZM pur tuttavia non ho mai partecipato molto ai vari tread. La sostanza del discorso è che ho sempre vissuto la mia passione per lo Zio Martin come un fatto solitario, quasi fossi lunico "mysteriano" sul pianeta terra. Leggo e colleziono il fumetto sin dalla prima uscita, nel 1982 e, a parte qualche amico palermitano, non ho mai conosciuto altri fan. Anzi credo di avere conosciuto più fan di MM ad Asti, che in tutta la mia vita. Mystère a parte, è stata una bella giornata. Siamo stati graziati da un bel sole, che ci ha consentito di andare in giro per le vie astigiane senza problemi. Confesso che è stata la prima volta che ho sentito in vita mia usare il termine "accumulatori". Non credo siano una caratteristica del fandom mysteriano, ma è stata la prima volta. Accumulatore è il collezionista che ha tutto, ma proprio tutto, magari in duplice copia, regolarmente imbustato e cellofanato, e colleziona qualsiasi gadget abbia sopra il simbolo della sua passione. Pensavo bastasse il termine collezionista. Ma evidentemente mi sbagliavo. La disponibilità di Luca e di Francesco è stata totale. Il mio grazie è sincero. E stato molto carino conoscere quelle persone che prima era solo un nick. Ma questo concetto questanno lho espresso molte volte. E finito un altro dei miei isolamenti pluriennali, ho preso contatto con altri nipotini dello Zio Martin, e nulla sarà più come prima.

Pagina 1 di 2

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén