Emanuele Manco

Scritti, impressioni, opinioni.

Il tamburo di latta

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Film : Il piacere e lamore

Recensioni -  Drammatico

Il piacere e lamore

Regia di Nuri Bilge Ceylan

Isa e Bahar si sono amati. Ma ora il loro amore è finito. 01rendercmsfield.jspSoffocato  nella assoluta incomunicabilità. Lui ha tradito lei. Lei è cronicamente depressa. Nuri Bilge Ceylan racconta tutto ciò con intensi primi piani. Lunghi silenzi.  Una turchia al di fuori di ogni stereotipo fa da sfondo alla semplice vicenda. Ad interpretare i sofferti ruoli dei protagonisti sono lo stesso regista e la sua vera compagna. Ho letto che Ceylan è paragonato a un novello Antonioni. In effetti mette in scena molte delle inquietudini evocate dal grande Michelangelo. Ma Ceylan ha anche appreso la lezione di Tarkovskij a mio personale giudizio.  Ne cita i guizzi luminosi. Le scene sulla neve sono notevoli. Merito di una fotografia elegante ma non laccata. La vicenda è raccontata scarnamente. I dialoghi sintetici però non sono laconici, ma assolutamente veritieri.  La tensione della vicenda, nei lunghi silenzi, non cade. Anzi sono proprio i silenzi e le splendide rendercmsfield.jspimmagini a darci tutto il senso del film. Sguardi, intensi colpi di luce, nevicate e splendidi paesaggi sono le componenti di una straordinaria grammatica dei sentimenti che non necessita di parole per esprimersi. Persino la cadenza stagionale, non a caso in lingua originale il film si chiama "Climates", ossia climi, rende il senso dellevoluzione della vicenda, che comincia in un luminoso giorno destate, per avere il suo epilogo in un un nevoso giorno dinverno.
Anche la non eccessiva lunghezza della pellicola contribuisce a non fare cadere mai la tensione drammatica. Assolutamente da vedere.

Recensione pubblicata anche sul Pordemovie

Film: Spiderman 3

Recensioni -  Fantastico

Spiderman 3

Regia di Sam Raimi

Poster - Spiderman 3Tanto tuonò che piovve. La tanto aspettata (temuta?), terza parte della saga cinematografica di Spiderman è arrivata. E già record di incassi. E in effetti il cinema di Milano dove ho visto il film era gremito in ogni ordine di posti. Da un punto di vista commerciale quindi sembra che la missione del film si compirà. A questo punto urge capire se anche da un punto di vista "artistico" anche stavolta Sam Raimi abbia colto nel segno. E inevitabile il confronto con i primi due film, o come credo sia più giusto pensare, le prime due parti della storia. La prima parte ci ha raccontato le origini del personaggio, ne ha introdotto luniverso al pubblica, focalizzandosi su pochi punti fondamentali ossia : le origini, e lo scontro con Green Goblin, con un nascente rapporto con Mary Jane sullo sfondo. La seconda parte, libera dal vincolo di introdurci i personaggi, ha mostrato levoluzione delle vicende sentimentali del primo del primo. Ci ha mostrato un antagonista molto più sfaccettato di quello del primo film, e rappresentato molto bene alcuni conflitti interiori di Peter Parker.
Detto fra noi, è un peccato che sia nel primo che nel secondo film i cattivi siano morti. Ma se nel primo film la scelta era rispettosa della continuità del fumetto, nel secondo caso ci si è liberati troppo presto di un gran bel personaggio. Il terzo film mette moltissima carne al fuoco. Il difficile rapporto fra MJ e Peter, reso complicato dal successo di Spiderman e dai contemporanei fallimenti professionali della sua ragazza. Il difficile conflitto che si instaura tra potere e responsabilità, simboleggiato dallavvento del costume nero, che ha per Peter lo stesso appeal dellanello dellinvisibilità di Frodo o del lato oscuro della Forza. Ci introduce quindi nuovi personaggi, presi di peso dal pantheon di Stan Lee, ossia Gwen Stacey e suo padre, capitano di polizia. Introduce poi un supercriminale classico, lUomo Sabbia, con una sintetica ma bella caratterizzazione invero. Viene mostrato anche il ritorno di Goblin, ossia ci viene mostrato come Harry Osborne raccolga la sanguinosa eredità paterna e cerchi vendetta nei confronti dellodiato Uomo Ragno. Nello stesso film poi vediamo  le origini di Venom, e assistiamo quindi a mirabolanti scontri tra Spidey e il feroce ex costume alieno. Insomma, potenzialmente materiale per tre film, concentrato in 140 adrenalinici minuti. Ah..nel mentre Peter e Mary Jane hanno una seria crisi, e rischiano di prendere delle sbandate per altre persone. Conosciamo persino  meglio il sig. Ditkovich, il puzzolente padrone di casa di Peter, tramite poche ma efficaci battute.
Ci voleva veramente un gran bel regista per non perdersi in tutte  queste trame e caratterizzazioni.  Potrei dire che se i primi due film erano essenzialmente composti da pochi e semplici ritratti, questultimo è un gigantesco affresco, che si propone come la summa della saga quarantennale di Spiderman. Probabilmente, non sapendo di poter realizzare nuovi film in futuro, Raimi ha messo in questo, in versione compressa, tutte le idee che poteva. Viene da dire che alcune piccole trovate fanno gridare al genio. Il casco di Peter, con ancora semi appicicato ladesivo della pizzeria del secondo film, è un tocco di continuità secondo me geniale. Quando in molti film si realizzano errori di continuità dentro la stessa scena, Raimi riesce ad essere coerente tra un film e laltro! Tanto di cappello. Tecnicamente il film è impeccabile. Lo stupore di vedere volteggiare il ragno nei cieli di NY è ormai passato. Gli effetti speciali sono ottimi, e ormai non stupiscono più. Io penso che sia un bene in realtà, perchè gli effetti speciali, come una buona colonna sonora, non devono fagocitarsi il film, ma essere al suo servizio. Va da sè che la partitura musicale è come sempre ottima. Riprende il tema principale di Elfman , aggiungendo dei motivi nuovi, con assoluta perizia. Alla fine del discorso vi chiederete se il film mi sia piaciuto. Io posso dire di sì. Mi è piaciuto. Ma non mi ha dato le emozioni del primo, o la piena soddisfazione del secondo. Nella logica seriale del fumetto direi che aspetto il prossimo episodio per vedere se dal buono si torna allottimo. Nella logica del cinema, auspico che Raimi abbia veramente qualche buona idea per un quarto film. Invero quarantanni di Spiderman sono lì a suo disposizione. Ci sono fior di personaggi e di antagonisti da sfruttare degnamente. Quasi quasi auspicherei una buona serie televisiva ad alto budget, che sfrutti, settimana dopo settimana, le potenzialità dei personaggi e li faccia crescere con ampio respiro. Ma forse chiedo troppo.

Pubblicato anche su Pordemovie

Film: Le vite degli altri

Recensioni - Drammatico

Le vite degli altri

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck

Berlino Est, 1984. La caduta del muro non sembra affatto imminente. La polizia segreta, la Stasi, controlla le vite di tutti coloro che ritiene essere nemici dello stato  socialista. Con qualsiasi mezzo sia ritenuto necessario. Il capitanolocandina Wiesler è uno dei migliori in quello che fa. Ma quello che fa è disgustoso. Applica alla lettera i protocolli dinterrogatorio. Ed è abituato a ottenere dai suoi interrogati la confessione. Lincarico che gli viene affidato, quello di tenere sotto sorveglianza  il commediografo Dreysman, sembra di normale routine. In realtà il ministro della cultura vuole concupire lattrice Christa-Maria Sieland, compagna del commediografo. Per fare ciò ha dato incarico al superiore di Wiesler di cercare prove della  infedeltà al regime di Dreysman a qualsiasi costo, mediante una intensa sorveglianza.
Ma Wiesler non è un "cattivo", in realtà è solo un burocrate, un uomo convinto di fare il proprio dovere. Spiando Dreysman intuisce la verità e diventa compartecipe delle vicende che lo coinvolgono. Scoprirà il significato dellamore e della bellezza dellarte e della poesia. Questo lo porterà ad abbandonare il suo ruolo di muto osservatore delle vite dei sorvegliati, assumendo un ruolo attivo nella lotta per la giustizia e la verità.
Sarà una lotta impari, il cui risultato non è scontato. La vittoria finale di Wiesler, Dreysman e di tutti gli oppositori del regime arriverà, e questo lo posso dire senza rivelare nullaltro del film, arriverà il giorno della caduta del muro.  A prescindere dallincerto esito della battaglia che vede coinvolti i protagonisti del film, la guerra sappiamo già chi la vincerà.
Ma questa retrospettiva ci aiuta a capire come sia stata vinta. La somma di tante piccole storie, compone poi la grande "Storia". Detto questo non crediate che lo spessore del tema abbia fagocitato il cinema. Lo specifico cinematografico è notevole. Il giovane regista dimostra una ottima capacità di reggere il ritmo fino alla fine. La sceneggiatura è coerente e non ha buchi. I dialoghi assolutamente credibili. Impeccabile la ricostruzione dambiente. Ottimo è il cast.  Dal protagonista Ulrich Mühe nel ruolo del tormentato Wiesler, a Sebastian Koch, nel ruolo di Dreysman, fino a Martina Gedeck, nel ruolo di Christa, già vista ne "le particelle elementari", fino agli ottimi comprimari.  Penso che, come un novello Wolfgang Petersen, anche von Donnersmarck, verrà presto notato dalle major hollywoodiane. Se questo sarà un bene o un male, solo il futuro potrà dirlo.


Recensito anche su Pordemovie

Inter Palermo 2-2

Ovvero la (quasi) vendetta di un emigrante.

Signori miei, ieri sera ho quasi toccato il cielo con un dito. Ero reduce da due intensi avvenimenti, dei quali ho già parlato in altri blog, la Monferrata, e il cenacolo/pranzacolo.
Ammetto che il pomeriggio, tra privazione di sonno, e fumi alcolici, il mal di testa mi stava assalendo. Imbottito di analgesico mi avvio allappuntamento con mio cugino, studente bocconiano, anche lui domiciliato in Milano.
Dopo aver ritirato agli accrediti i nostri biglietti, ci sediamo sui nostri bei posti di tribuna. Ero decisamente troppo stanco per raggiungere i supporter rosanero nel settore ospiti. Lidea di vedermi la partita in piedi, cantando a squarciagola, non mi allettava molto. Ero anche rassegnato a vedere la grande Inter sovrastare il piccolo Palermo. Mi stavo solo godendo la soddisfazione di poter essere alla "scala del calcio". Mi sarei anche accontentato, ma con un guizzo geniale, il pur incostante Caracciolo, al terzo minuto segna! Che posso dire? Dimentico di essere praticamente circondato da supporter interisti, sono esploso in un urlo incontenibile, un misto di gioia, di commozione. In quellurlo ho messo tutto il sentimento di nostaglia, di amore infinito per la mia terra. La rivalsa di quel senso di tristezza e rabbia, che talvolta ci coglie, quando in mezzo alla nebbia, proviamo nostaglia per la nostra amata/odiata terra. La piccola Palermo, che ammutolisce i supporter dei  campioni ditalia! E in mezzo al silenzio della tribuna, due palermitani che urlano di piacere. Daccordo la sto romanzando un poco. In realtà, oltre al settore ospiti, penso che lo stadio fosse pieno di palermitani "milanesi", mimetizzati opportunamente nei vari settori dello stadio. Tantè che nella mia percezione le urla di piacere sono venute da tutto lo stadio!
E già questo, anche solo 5 minuti davanti allInter, mi avrebbero ampiamente soddisfatto. Andare in vantaggio, goderselo per un poco, per poi essere sovrastati, era messo in conto. Ma mi ero fatto male i conti. LInter non cera. Stupita forse da quel gol a freddo, la squadra di casa è sembrata incapace di reagire, tantè che il Palerrmo raddoppia al 46! E stato più di quanto potessi sopportare. Ho perso i miei ultimi residui di voce proprio per quel secondo gol. Ho ancora, a più di ventiquattro ore di distanza, la voce afona. Il gol di Zaccardo mi ha portato in paradiso. Durante lintervallo la mia mente si affolla di sogni di gloria, di riscatto.
Ormai sognare è lecito, basta accontentarsi. Chi lo avrebbe mai detto. Il Palermo in testa di due gol dopo il primo tempo!
Purtroppo lInter non è più quella sciupona di un tempo. E stata capace di reagire, di riorganizzarsi. Il Palermo non riesce, durante il secondo tempo, a chiudere il match con un terzo gol. E lInter, con una reazione esemplare, riacciuffa il risultato. Alla fine sono tutti contenti, gli interisti, che hanno avuto la conferma della qualità della loro squadra, e i palermitani, che razionalmente, sapevano benissimo che un punto al Meazza sarebbe stato un punto trovato. Ma il mio cuore rosanero piange per il sogno infranto. Per loccasione perduta. Nonostante la ragione mi sia contro, io penso ai due punti persi, non al punto guadagnato.
Stanco allinverosimile, senza voce, nella calda notte milanese, mi sono riavviato verso casa. Verso il meritato riposo. Verso nuove storie.



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