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Categoria: fantascienza Pagina 6 di 11

Arzak Rhapsody e il trailer di L'Incal

Regia: Jean Giraud - Sceneggiatura: Jean Giraud - Voci: Michel Bonnet, Jean-Claude Bouillaud, Laurent David. - Musiche: Zanpano - Prodotto da Wolfland Pictures - Fantascienza - Durata: 65' circa

Arzak RhapsodyArzak Rhapsody è uno speciale tv in 13 episodi ideati, diretti e disegnati dal grande artista del fumetto francese: Moebius. Gli episodi della durata di una durata variabile tra i tre i cinque minuti sono stati prodotti da Wolfland Pictures nel 2003 e hanno come protagonista Arzak, il guerriero apparso per la prima volta nel 1976 sulla sulle pagine della rivista Métal Hurlant.

I cartoni sono stati realizzati in computer grafica, con animazioni Flash in particolare, ma la resa grafica del tratto fumettistico è comunque notevole, visto che in ogni caso la la regia è stata curata dallo stesso Moebius. Le musiche suggestive di Zampano, pseudonimo di Franck Bruneau, completano e permeano di atmosfera il curioso esperimento.

Arzak Rhapsody è concepibile come un viaggio nell'animo umano, mediante la tecnica, tipica della fantascienza, di narrare di un futuro portato a surreali ed estreme conseguenze. Come già nel fumetto, storia e sceneggiatura sono completamente destrutturate.

La destrutturazione arriva addirittura alla grafia del nome del personaggio, che nel fumetto cambia volutamente ad ogni episodio: Arzach, Arzak, ecc

La serie originale era composta da sole quattro storie narrate per immagini, senza parole.

Arzach si sposta nel suo mondo a cavallo di una creatura simile ad uno pterodattilo, una immagine evocativa che è entrata nell'immaginario collettivo, conscio e inconscio, come metafora di voli attraverso universi fantastici e onirici.

Il personaggio è ancora oggi uno dei più amati di Moebius.

Il trailer de L'Incal è il restyling digitale di un trailer di un progetto risalente alla metà degli anni '80, quando la celebre serie di Alejandro Jodorowsky e Moebius fu opzionata dall’animatore canadese Pascal Blais, con l’obiettivo di trarne un lungometraggio.

Il progetto non andò in porto, e ne rimase solo un breve segmento, realizzato per sollecitare l’attenzione di co-produttori e finanziatori.

Dopo parecchi anni Blais, il cui Studio nel frattempo ha realizzato eccellenti opere in animazione come The Old Lady and the Pigeons, e Old Man and the Sea (regia di Alexander Petrov, vincitore anche di un Oscar come miglior corto animato nel 2000), ha pensato di farne un restyling digitale, mettendo online la nuova versione. Sempre su youtube esiste anche la versione precedente del trailer, di bassissima qualità.

Il fumetto originale fu pubblicato originariamente tra il 1981 e il 1988, sempre su Métal Hurlant, con il titolo Une aventure de John Difool (Un'avventura di John Difool). Ristampato in sei volumi nel 1998, venne ribattezzato L'Incal.

In un futuro lontano e distopico il detective John Difool riceve un misterioso oggetto, l'Incal luce, dalle mani di un alieno morente. Molte fazioni sono alla ricerca di questo Incal e John viene coinvolto suo malgrado in una vasta avventura.

Alla storia originale sono seguiti diverse storie ambientate nello stesso universo narrativo, scritte e disegnate da Alejandro Jodorowsky

Se del fumetto non è stato poi tratto un film di animazione, sicuramente il regista Luc Besson ne ha ricavato elementi d'ispirazione per il film per Il Quinto Elemento, che si è avvalso della consulenza artistica dello stesso Moebius.

L'autore

Jean Giraud è morto nel marzo 2012, a causa di un cancro.

 

Jean Giraud at International Festival of Comics in ?ód?, 4th October 2008. Photo by  Jarek Obwa?anek

Jean Giraud at International Festival of Comics in ?ód?, 4th October 2008. Photo by Jarek Obwa?anek

Era nato nel 1938 a Nogent sur Marne, vicino Parigi. Divenne famoso agli inizi degli anni '60 per il fumetto western Blueberry. All'inizio degli anni '70 insieme a gruppo di  fumettari francesi si convinse che si potevano realizzare fumetti in modo diverso da come era stato fatto fino a quel momento. A condividere la sua idea furono tre amici: il fumettista Philippe Druillet, ideatore delle avventure fantascientifiche del personaggio Lone Sloane, lo scrittore e giornalista Jean-Pierre Dionnet e il direttore finanziaro Bernard Farkas. I quattro, denominatisi “Les Humanoïdes Associés”, diedero alla stampe la rivista Métal Hurlant e il mondo del fumetto non fu più lo stesso. 

La rivista, che usciva con cadenza trimestrale, nelle sue 68 pagine, di cui 18 a colori, presentò tra le tante opere le creazioni di Moebius e Druillet ovvero i noti personaggi di ArzachGail e Lone Sloane, e le due parti del capolavoro Il Garage Ermetico, ossia: Major Fatale e Il Garage Ermetico di Jerry Cornelius. Il personaggio del campione eterno fu all'inizio gentilmente concesso dal suo autore, ossia Michael Moorcock.Tale permesso fu poi revocato in seguito per questioni legali.

Più avanti la rivista pubblicò altri artisti come Alejandro JodorowskyEnki Bilal, Caza, Alain Voss, Berni WrightsonMilo Manara, Frank Margerin e anche collaborazioni con autori di fumetti statunitensi come Richard Corben. Oltre a fumetti, la rivista ospitava anche articoli su libri e film di fantascienza, musica e poi anche videogiochi. Gli autori pubblicati avevano il completo controllo delle proprie opere, senza una linea editoriale che li limitasse nella creatività. Pertanto la rivista si caratterizzò per fumetti dal contenuto adulto, con spiccate sperimentazioni grafiche. 

 

moebius garage ermetico

Il garage ermetico di Moebius

Per le storie del Garage Ermetico Moebius destrutturò sia il suo segno grafico denso di particolari, effettuando un lavoro di sintesi, che il concetto di tavola dalla divisione rigida e costante in vignette, e in conseguenza anche la sceneggiatura divenne più fluida, meno legata alla "narrazione avventurosa", ma più all'evocazione di atmosfere. Il lavoro compiuto dagli “umanoidi” ha avuto conseguenze enormi nella produzione di genere degli anni successivi e in particolare nel fumetto e nell'illustrazione. Gli stilemi visivi sono stati ripresi proprio dai grafici delle copertine dei dischi per esempio

Grazie alle vendite dei diritti all'estero (tra gli acquirenti la rivista italiana Linus), Métal Hurlant riuscì ben presto ad ampliarsi, e la periodicità passò a bimestrale con il numero sette, e dal nono numero divenne mensile. Cessò le sue pubblicazioni nel 1987, salvo riprendere per soli 14 numeri nel 2002.

Molte delle tematiche fantastiche affrontate dagli autori della rivista sono state riprese ed ampliate anche a distanza di anni, con citazioni più o meno esplicite anche da altre forme di arte, come la letteratura. L'antologia Metallo Urlante di Valerio Evangelisti per esempio. Così come moltissime influenze ebbe l'opera del Maestro nella cinematografia fantastica, da Alien a Tron, senza dimenticare Il quinto Elemento, di Luc Besson, nel quale collaborò al design concettuale, a Immortal di Henki Bilal. Collaborò insieme a Jodorowski alla ideazione del film mai realizzato su Dune di Frank Herbert. George Lucas usò un disegno di Giraud in L'Impero Colpisce Ancora, per il droide sonda, e s'ispirò alla sua arte per concepire Coruscant e molto del mondo della Repubblica nella seconda trilogia di Star Wars.

Di Moebius si ricordano anche i fan della Marvel, per la bellissima miniserie di Silver Surfer, Parabola, e poi raccolta in volume, scritta da Stan Lee

Ma la sua natura eclettica lo ha portato a collaborare anche con grandi maestri del cartone animato e fumetto giapponese, come Hayao Miyazaki e Jiro Taniguchi.

Tantissimi furono poi i premi, dallo Yellow Kid italiano al prestigioso Eisner statunitense, ai premi francesi ovviamente, senza dimenticare il World Fantasy Award.

Il mio personale ricordo del Maestro risale al 1997, quando fu organizzata a Palermo, dove all'epoca vivevo, una mostra delle sue opere, intitolata Moebius Infinito. All'inaugurazione era presente Giraud, che con molta serenità si sottopose alle rituali firme e pose con i convenuti, dando prova di grande professionalità. Quando io e miei amici riuscimmo a scambiare, paralizzati o quasi dall'emozione, qualche parola con l'artista francese egli fu prodigo di consigli su come approcciare il mondo della scrittura e del fumetto, dando prova di grande umiltà e semplicità.

Il meccanico quantistico in ePub

stealth-947d58595850e1144d54658c873d4b0bDa oggi, terminato il periodo di esclusiva su Amazon, Il Meccanico Quantistico approda in formato ePub. Sempre NO DRM ovviamente.

Il seguito e ampliamento delle vicende arriverà. L'idea iniziale di un ciclo di racconti si sta evolvendo in qualcosa di più ampio respiro. Arriverà presto anche la versione in lingua inglese, per saggiare il terreno del mercato internazionale.

L'epub è acquistabile cliccando sul banner a destra oppure in vari store online.

Los Conectivistas La vanguardia italiana

Lo confesso, non so dire in due parole cosa significhi il Connettivismo. Preferisco la mia versione tautologia della definizione, ossia che Connettivista è chi il Connettivista lo fa. Il movimento ha un suo manifesto, e vari luoghi in rete dove i connettivisti parlano di se stessi e di quello che fanno loro e gli altri. Anche questo blog è in realtà uno di questi luoghi.

Qualche tempo fa Giovanni Agnoloni ha posto un paio di domande a tutti i connettivisti per una intervista collettiva per una rivista online chiamata otroLunes.
L'intervista completa, in lingua spagnola, la trovate a questo link.

C'è un po' di gente simpatica che risponde alle due domande, non cialtroni come il sottoscritto. In ogni caso, visto che il testo originale in questo caso ce l'ho, se vi scocciasse affidarvi a google translate per sapere che fesserie ho detto in lingua italiana, vi riporto di seguito le mie risposte.

 

Domanda A: a che cosa ti stai dedicando, in questo momento?
L'occupazione più totalizzante è il sito FantasyMagazine (www.fantasymagazine.it), di cui sono curatore e per il quale scrivo almeno un articolo al giorno. Continuo la corsa della mia rubrica sui fumetti digitali, Nuvole di Pixel, per NeXT, l'organo ufficiale del connettivismo e le altre collaborazioni: articoli scientifici e fantascientifici su www.fantascienza.com, interventi estemporanei su www.carmillaonline.com, www.thrillermagazine.it, Robot, Next-Station.org.
Cerco anche di mandare avanti i miei progetti narrativi, con il seguito de Il meccanico quantistico, racconto breve che nella sua prima versione è stato candidato al Premio Italia e che nella versione eBook ha avuto una ottima accoglienza su Amazon, tanto da stimolarmi a proseguire la serie.
Poi ancore letture, ricerche per prossimi racconti e la stesura infinita di un romanzo. Troppa carne al fuoco? Non so, non riesco a stare con le mani in mano. C'è tanto da scrivere e così poco tempo...
Domanda B: come vedi il Connettivismo, oggi?
Oggi come ieri, il Connettivismo è un aggregatore di esperienze e condivisioni. Un social network ante litteram, anzi pro-litteram che pur senza essere strutturato (non esiste "IL" sito ufficiale o una aggregazione come una pagina FB) è un organismo vivo e pulsante, autodefinente man mano che si sviluppano le proposte che nascono dal "basso".
In realtà ritengo che anche il mio concetto di "proposte dal basso" sia improprio. Tentare di definire Connettivismo con le coordinate consuete è come cercare di descrivere il volo aereo nello spazio. I concetti di "alto", "basso", "sù", "gù", non sono applicabili.
Le proposte arrivano e partono da tutte le direzioni. Non c'è un centro decisionale in questa aggregazione, ma tanti attrattori, tante singolarità.
Questa attualmente è la fonte della sua maggiore forza.

Tempo di Premio Italia 2013

Il logo del Premio Italia.

Come leggo su www.fantascienza.com, sono state pubblicate oggi  le candidature ai Premi Italia 2013.

Sono soddisfatto delle mie 3 candidature personali (miglior racconto: Il meccanico Quantistico; miglior articolo su rivista professionale: Fantascienza e Fantasy, Separati in casa?; miglior curatore), di quella del magazine che curo per la Delos Books (www.fantasymagazine.it) e di quelle dei magazine, riviste, fanzine con cui collaboro (Alpha Quadrant, Delos Science Fiction, NeXT, Next-Station.Org).

Grazie a tutti. Forse mi vanto un po' troppo, ma ogni tanto una iniezione di autostima ci vuole.

L'elenco completo lo trovate al seguente link.

La tigre della notte di Alfred Bester in Urania Collezione

La tigre della notte di Alfred Bester

La tigre della notte di Alfred Bester

Un volume da non perdere questo mese per Urania Collezione.

La tigre della notte, di Alfred Bester, è un capolavoro assoluto. Se dovete o potete leggere  un solo libro questo mese, quest'anno o questo decennio, se leggerete questo non ve ne pentirete. Fidatevi.

Per ora vi segnalo solo l'uscita, ma mi riservo di spiegarvi meglio perché il romanzo è un capolavoro in una prossima recensione. L'ho letto troppi anni fa e devo prima rinfrescare il ricordo di una delle più belle esperienze di lettore della mia vita.

La quarta di copertina

“Era un’età dell’oro, un’epoca di sublimi avventure, di vite ricche e morti rognose… ma nessuno lo pensava. Era un futuro di grandi fortune e ruberie, di saccheggi e rapine, di cultura e vizio… Ma nessuno lo ammetteva. Era un’epoca di estremi, un affascinante secolo di mostruosità”, e in quel tempo Gully Foyle stava morendo. Per l’esattezza, moriva da centosettanta giorni a bordo di un relitto lasciato a marcire nello spazio. Ma se avesse trovato la forza di uscirne, se si fosse potuto salvare da quella trappola, avrebbe inseguito il suo nemico ovunque si nascondesse nel Sistema Solare… Così comincia la metamorfosi di Gully Foyle – un manovale qualunque – in una sorta di semidio dell’odio, per uno dei massimi capolavori della sf moderna.

L'autore

Alfred Bester

ALFRED BESTER (1913-1987) è autore di famosi racconti (“Furiosamente Fahrenheit”, “Stella della sera”, “Il signor Pi”) e di pochi ma eccellenti romanzi, tra i quali i capolavori assoluti L’uomo disintegrato (1953) e La tigre della notte, noto anche come Destinazione stelle (1956). Tra gli altri titoli, Connessione computer (1975), I simulanti (1981) e Psiconegozio, uscito postumo nel 1998 e tradotto in italiano nel 2000. Mondadori ha raccolto in due volumi dei “Massimi della fantascienza” tutta la produzione dei racconti.

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