Emanuele Manco

Scritti, impressioni, opinioni.

Vajont

Alle 22.39 del 9 ottobre 1963, unenorme frana di roccia di circa due chilometri quadrati di superficie e 260 milioni di metri cubi di volume, da anni in movimento sulle pendici del Monte Toc, dietro la diga del Vajont, tra il Friuli e il Veneto, precipita nel sottostante lago artificiale invasato fino a quota 700,42 m. s.l.m., sollevando unonda di 230 metri daltezza e 50 milioni di metri cubi di materiale solido e liquido in sospensione. La metà (circa 25-30 milioni di metri cubi) di questa massa enorme scavalca la diga, abbattendosi nella sottostante valle del Piave, provocando la distruzione di cinque paesi situati presso lo sbocco del torrente (Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè) e mutando radicalmente la geografia della zona. I morti sono 1908 (di cui 1450 solo a Longarone), a cui vanno aggiunti i 10 caduti sul lavoro durante gli anni di costruzione della diga.

Articoli correlati e fonte

Firefly

Firefly  è una bella serie fantascienfica-western. Putroppo è durata solo 15 episodi, per poi terminare in un film proiettato nelle sale "Serenity". Una serie molto bella. E Serenity è, a mia opinione, uno dei più bei film di fantascienza mai visti. Dopo averlo visto il rammarico aumenta. La serie aveva tante di quelle potenzialità inesplorate. Un universo enorme di possibilità, oltre che dei personaggi stupendi! Ci sono una serie di curiose analogie tra Firefly e Star Trek. Anche per Star Trek, dopo il fallimento della serie, è stato prodotto un film, scaturito poi in una serie di film e di altri telefilm. Potrebbe essere di buon auspicio per Firefly?


fireflyMa non è l'unica curiosa analogia tra Star Trek e Firefly. Firefly è, come era Star Trek (parlo della prima serie, la TOS), una serie ad alto budget, prodotta per il network e non per la syndacation. La differenza tra network e syndacation è la stessa che passa tra Canale 5 e Italia 7 per esempio. Il network è un canale che trasmette in tutto il territorio nazionale in contemporanea. La syndacation è una associazione di tante tv locali. La maggior parte dei telefilm di fantascienza, pur ad alto budget, sono prodotti per le syndacation. Perchè, nonostante ci sia una audience più alta che in italia, è anche vero che fanno meno ascolto dei teleflm "mainstream" siano polizieschi o sit-com. E quindi attirano meno investitori pubblicitari. Se un programma fa bassa audience in syndacation è più tollerabile che non se la stessa audience la facesse su un grosso network. La TOS (The Original Series), la prima serie di Star Trek era prodotta per il network NBC. Il risultato fu che,a causa dei bassi ascolti, Star Trek rischiò di chiudere già alla prima serie. Faticosamente, e in seguito alle proteste degli agguerriti fan, proseguì per altri due anni. Il suo risorgimento avvenne poi negli anni 80 ma questa è un altra storia. La storia si è quindi ripetuta per Firefly. Joss Whedon praticamente ricattò il network FOX per farsi produrre questa serie. Forte del successo di Buffy, voleva realizzare una serie più adulta. E il network lo assecondò. Ma il relativo insuccesso di pubblico fece si che la serie chiudesse al quindicesimo episodio. Nulla poterono le proteste dei soliti agguerriti fan. Per fortuna, poichè Whedon gode comunque di un buon credito, gli venne concesso di realizzare un film per il grande schermo. Tra laltro il cofanetto in DVD ha invece riscosso un buon successo di vendite. Da un lato il film serviva a  Whedon perchiudere alcune delle sottotrame rimaste aperte. Dallaltra un relativo successo di pubblico avrebbe potuto convincere la Fox a proseguire la serie. Putroppo il film, apprezzatissimo da critica e appassionati, non ha avuto il successo di pubblico sperato.

Post pubblicato anche su Pordemovie & Friends

 

Masters of Science Fiction

index_05

Le serie antologiche non sembrano godere di fortuna, almeno di questi tempi. Eppure la storia della  televisione ha precedenti gloriosi in tal senso. La mitica "Ai confini della realtà (The Twilight Zone)" creata da Rod Serling e che vide tra gli sceneggiatori Richard Matheson e Ray Bradbury. Andata in onda dal 1959 al 1964. Di questa ci fu anche una seconda serie,trasmessa dal 1985 al 1989, e una terza andata in onda tra il 2002 e il 2003.  Ma anche "Oltre i limiti (The Outer Limits)", trasmessa dal 1963 al 1965, e poi dal 1995 al 2002. Queste due serie avevano la particolarità di non avere un cast fisso. Ma di presentare di volta in volta ambientazioni, personaggi e situazioni diverse. Spaziando dal mistero al fantascientico, e talvolta, allorrore. Ai confini della realtà è una serie che si caratterizzava da un alto tasso di qualità media. Dovuto agli ottimi sceneggiatori che ci hanno lavorato, nonchè allinventiva del suo deus ex machina, Rod Serling.

Ma in questi tempi di telefilm spettacolari, sembra che non ci sia spazio per una serie a struttura antologica. Per ragioni di costi magari. Creare scenografie e  costumi e utilizzarli per anni è sicuramente meno costoso di creane di diverse per ogni episodio. Per non parlare del fatto che una serie può basarsi su un numero relativamente ristretto di idee e sfruttarle per decine di episodi. Si pensi a Lost o X-Files. Più complicato, da un punto di vista creativo è avere tante buone idee. Ma la struttura del racconto, almeno dal punto di vista letterario, non è caduta in disuso. Anzi. Accanto a romanzi più o meno lunghi, il racconto ha ancora una sua dignità, e si scrivono racconti di fantascienza di buona qualità. E una struttura narrativa che è sempre stata congeniale alla fantascienza. Praticamente non esiste scrittore di fantascienza che non si sia cimentato con il racconto. Nel 2006 quindi la ABC mette in cantiere lidea di una miniserie tratta da racconti di fantascienza di elevata qualità. Inizialmente erano previsti sei episodi. Il produttore Sam Egan realizza la miniserie, avvalendosi della partecipazione di Stephen Hawking  ruolo di presentatore degli episodi. Putroppo poi la miniserie rimane in attesa di essere trasmessa per oltre un anno. Questa estare quindi, in seconda serata, ad agosto, il network trasmette quattro degli originali sei episodi. Ossia:


"A Clean Escape", da un racconto di John Kessel, vincitore del premio Nebula, e diretto da Mark Ridell. Interpretato dal premio Oscar Judy Davis e da Sam Waterstone, rispettivamente nel ruolo di una psichiatra e di un suo paziente. Il paziente è affetto da una strana sindrome che lo porta ad avere una amnesia selettiva, per cui si ricorda solo gli ultimi 40 minuti della sua vita. In uno scenario angosciante, che scopriamo subito apocalittico, la psichiatria ingaggerà un feroce duello psicologico con il suo paziente. Buone premesse, interessante escalation verso la "sorpresa" finale.

"Jerry Was a Man", da un racconto di Robert Heinlein, diretto e sceneggiato da Micheal Tolkin,interpretato da Ann Eche e Malcom McDowell. Una annoiata miliardaria si prende a cuore del destino di un androide del modello "Joe", denominato "Jerry", fino ad ingaggiare una battaglia legale per dimostrare la sua appartenenza al genere "umano". Molto interessante, ironico e spiazzante il finale.

"The awakening", tratto dal racconto "The General Zapped an Angel", di Howard Fast, diretto dal trekkiano Jonathan Frakes. Interpretato da Terry OQuinn (Locke di Lost)  ed Elisabeth Rohm.  Nel deserto delliraq viene trovato il corpo, in apparente animazione sospesa, di un alieno. Racconto dai toni  spielberghiani della prima ora, quando gli E.T. erano buoni e densi di melassa

"The Discarded", tratto da un racconto Harlan Ellison che è anche sceneggiatore dellepisodio, diretto da Michael Petroni e interpretato da Brian Dennehy, John Hurt e James Denton. In un lontano futuro gli esseri umani affetti da un morbo deturpante verranno confinati nello spazio. Ma un giorno una nave dalla terra porta un messaggio. Una richiesta di aiuto che è anche un patto per una nuova vita.  Vale di più per i rapporti tra gli ottimi personaggi e latmosfera generale che per il prevedibile finale.

Come vi avevo detto erano previsti altri due episodi. A quanto ne so, sono stati girati ma mai trasmessi.
Questi erano:
"Little Brother". Scritto e sceneggiato da Walter Mosley, diretto da Darnell Martin, interpretato da  Clifton Collins jr e Kimberly Elise.  Racconta di un futuro nel quale la giustizia è amministrata dalle macchine.

"Watchbird". Tratto da un racconto di Robert Schekley per la regia di Harold Becker, ha per protagonisti James Cromwell e Sean Astin.  In questo racconto viene mostrato un mondo del futuro dove esistono degli androidi capaci di prevedere gli omicidi prima che avvengano.

Complessivamente una miniserie di ottimi mezzi. Di alto livello il cast. Qualcosa di diverso dalla solita Sci-Fi (pur apprezzabile) basata solo su scontri stellari e super umani. Peccato che non sembra esserci spazio, negli USA, come nel resto del mondo, per la fantascienza di alto livello.  Daltra parte il relativo insuccesso di ascolti è anche dovuto ad una programmazione assurda. Non so se arriverà mai in italia. La trovate per "mulattiere" e "torrenti". Io la consiglio spassionatamente. E bello nutrirsi di effetti speciali, ho scritto proprio su questo blog di serie ad alto tasso di spettacolarità. Ma la forza di questa serie è poi quella di tutte le serie antologiche. La forza di buone idee ben raccontate. Non tutti gli episodi mi sono piaciuti, questo è vero. Ma in una serie antologica, come in una "normale", ci può stare.

Post pubblicato anche su Pordemovie & Friends

Periodaccio

Tensioni, stress, cattiva salute. Forse mi dovrò operare. Che palle.

The Pusher

Recensioni, Film, Drammatico

The Pusher
diretto da Matthew Vaughn

pusher"The Pusher" (titolo originale Layer Cake), non è forse il noir più originale mai girato.  Diretto da Matthew Vaughn, racconta la storia di uno spacciatore senza nome, un trafficante di droga pentito che cerca per amore di uscire dal giro, ma lopposizione del suo capo e una partita di ecstasy rubata a una banda di serbi gli complicano terribilmente le cose.
Il film ha i suoi punti di forza in un cast bene assortito, con un roccioso Daniel Craig nel ruolo principale, e in un sempre strepitoso Colm Meaney, al quale forse il ruolo di comprimario va stretto. Da quanto ho letto in giro questo film, del 2004, non ha goduto di buona stampa, ne è stato un campione di incassi. Pur tuttavia, devo ammettere che la sua convenzionalità mi è piaciuta. Il film è ovviamente violento, ma senza i parossismi di Tarantino ed epigoni. Non ha forse le stramberie british di Guy Ritchie, anche se il regista è il produttore di "The Snatch".  La storia si complica parecchio in molti punti. Pur tuttavia la matassa si sbroglia agevolmente, senza farci fumare troppo il cervello. Stilisticamente il film è ben composto, mostrandoci unInghilterra al di fuori degli stereotipi turistici.  Craig fa qui la prova generale prima di vestire i panni di un convincente James Bond. Quanto basta per una serata disimpegnata. Insomma non sempre possiamo nutrirci di capolavori no?

Pagina 69 di 85

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén