Emanuele Manco

Scritti, impressioni, opinioni.

Persone dellanno 2006

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Film: Il vento che accarezza lerba

Il vento che accarezza lerba

Il vento che accarezza lCredo di aver visto pochi film che rifuggano la retorica più di questo.  Il trailer assolutamente fuorviante mi aveva portato a pensare che si trattasse di qualcosa di simile a "Micheal Collins" di Jordan. Invece Ken Loach dimostra sempre più di avere senso della misura. Riesce sempre a fermarsi un attimo prima di diventare troppo retorico, o troppo melenso o troppo violento. Il film narra le vicende che portarono allindependenza irlandese, tra il 1919 e il 1920. Ma narra anche delle divisioni e dei contrasti, nati successivamente tra gli stessi irlandes, sfociati in una sanguinosa guerra civile tra il 1922 e il 1923. Lo fa attraverso la storia di due fratelli, uniti nella lotta contro il comune nemico, e successivamente divisi dai contrasti politici. E un film che non è solo contenuto però. Non pensiate che la forza della vicenda oscuri la forma. Il film non eccede per un solo istante nel documentarismo.  E cinema allo stato puro. Formalmente elegante e stilisticamente misurato. Il risultato è un film della cui durata di due ore non ci accorgiamo, tanto è ben sviluppata la sceneggiatura. La scelta del cast è sicuramente azzeccata, secondo me sentiremo ancora parlare dellottimo Cillian Murphy.

Recensione pubblicata anche su Pordemovie

Eric -Emmanuel Schmitt
ibrahimLeggo dalle brevi note biografiche : Eric -Emmanuel Schmitt,  drammaturgo,ibrahim saggista e romanziere di fama internazionale. Tra i suoi libri, Il vangelo Secondo Pilato e Mounsier Ibrahim e i Fiori del Corano.
Io ci aggiungo   Oscar e la dama in Rosa, perchè in realtà sono proprio gli ultimi due che ho appena letto.

Mounsier Ibrahim e i Fiori del Corano è un romanzo di formazione. Il piccolo Mosè, anche chiamato Momo, vive in un quartiere immaginario di Parigi. Una Parigi sicuramente multietnica. Vive con un padre depresso e, approcciandosi alla pubertà, è ansioso di scoprire le gioie della vita. Ma il piccolo romanzo non è una storia di educazione sentimentale. E anche, come tutti i romanzi di formazione, una storia di amicizia. Lamicizia tra lebreo Momo e il musulmano Ibrahim, gestore di un piccolo emporio. Momo vede nellanziano droghiere la figura paterna che non ha mai avuto. Nel corso del romanzo lamicizia si evolverà fino a sviluppi,  magari prevediibili, ma raccontati senza perdere il senso della misura e con buon ritmo. Una favola che alla fine non si fa mai moraleggiante.  Il pregio principale di Schmitt è che non scivola mai nella facile enfasi. Così è per Mounsier Ibrahim, ma è ancora più vero per il secondo piccolo romanzo di cui scrivo, ossia Oscar e la dama in rosa. In questo secondo caso il rischio di scivolare nel facile melodramma è fin troppo evidente sin dallinizio. Non è affatto facile parlare degli ultimi giorni di un bambino malato di leucemia senza scivolare in facili figure retoriche. Invece anche in questo caso Schmitt riesce nel compito. Riesce a commuoverci senza essere ruffiano. Anche in questo romanzo cè un rapporto tra un un bambino e un anziano. In questo caso una signora che va a trovare il bambino malato per portargli un po di conforto. Un conforto che gli affrantioscar genitori non riescono a dare. Lanziana suggerisce al piccolo Oscar un gioco: fingere di vivere ogni giorno 10 anni di vita e scrivere quindi una lettera a Dio che li racconti. Oscar immagina quindi una vita che non vivrà mai, guardando alle cose "da adulti" con la schietta obiettività di un bambino. Credetemi, anche se mi è stato difficile trattenere le lacrime, non credo che mi siano state strappate a forza con facili trucchi. Riepilogando, consiglio questi due piccoli romanzi perchè raccontano delle storie con la semplicità delle cose buone.

Oscar e la dama in rosa
Rizzoli - Collana: BUR - Scrittori contemporanei

Pagine 90 - Formato 13x20 - Anno 2005 - ISBN 8817005436 -  Euro 5,00

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano

e/o - Collana: I Super

Pagine 123 - Formato 13,50x21 - Anno 2006 - ISBN 8876417117 Euro 8,50

Pubblicato anche su Il leggio

Gramellini : "Non sparate su Baricco"

La critica letteraria è sempre divisa in "parrocchie". Ogni critico ha i suoi autori del cuore e guai a chi li tocca. Pare che Baricco, dopo
essere stato ospite di un po tutte le parrocchie, adesso non sia più "In". Ed ecco che il lei sig. controcorrente Gramellini deve fare il bastiancontrario. A ognuno la sua opinione.
Personalmente sono un "mai illuso da Baricco" della prima ora e rimango tale. Per me è sempre stato un clamoroso bluff. Notevole tecnico, capace di giocare in maniera superlativa con i meccanismi
della scrittura. Notevole oratore invero. Pur tuttavia i suoi scritti mi hanno sempre lasciato freddo e indifferente. A mio giudizio non cè
ne amore ne anima in quello che scrive. Ci spiattella in faccia la sua tecnica sofisticata pavoneggiandosi e facendo la ruota. Solo enfasi senza reale partecipazione, quindi senza la sostanza che riesce ad
appassionarmi a un autore, compresi i difetti. Ovviamente i miei giudizi sono ampiamente soggettivi.

Pubblicato anche su Il Leggio

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